Quasi 10mila euro dall’INPS se presenti questa domanda entro metà maggio | Ecco il modo legale per farsi rimborsare 3 stipendi
Da maggio 2025, una possibilità si apre per migliaia di italiani che hanno subito ritardi nei pagamenti dalla Pubblica Amministrazione.
Una novità significativa, poco conosciuta ma potenzialmente rivoluzionaria: è infatti possibile richiedere un rimborso allo Stato, fino a un massimo di 9.200 euro, grazie a un meccanismo previsto dal Fondo INPS per l’indennizzo da ritardo nei pagamenti.
Questa misura, già contenuta in precedenti provvedimenti legislativi ma finora poco applicata, rappresenta una risposta concreta a una delle criticità storiche del sistema italiano. L’eccessiva lentezza nei pagamenti da parte di enti pubblici, che spesso ha messo in difficoltà imprese, liberi professionisti e anche cittadini in attesa di rimborsi o prestazioni.
Parliamo, ad esempio, di ritardi nel pagamento delle pensioni integrate, delle indennità di disoccupazione, dei congedi parentali o dei rimborsi fiscali.
Il Fondo INPS ora torna al centro dell’attenzione grazie a una campagna di informazione promossa da associazioni dei consumatori e da alcuni organi di stampa. Il principio è semplice. Se l’ente pubblico, o in particolare l’INPS, ha impiegato un tempo superiore a quello previsto per legge nel pagamento di una prestazione, il cittadino ha diritto a un indennizzo economico, proporzionale al ritardo e all’importo dovuto.
Come funziona il meccanismo
Il meccanismo funziona così. Il cittadino che ritiene di aver subito un ritardo ingiustificato può presentare una richiesta formale all’INPS, attraverso i canali ufficiali (portale online con SPID, CAF, patronati o sportelli fisici). La domanda viene valutata in base alla documentazione presentata, che deve dimostrare con chiarezza sia il diritto al pagamento sia il ritardo nella corresponsione. Se accolta, l’indennizzo può arrivare fino a 9.200 euro, una cifra significativa soprattutto nei casi più gravi o per chi attende da anni somme spettanti.
Ma perché questa misura sta facendo notizia proprio ora? Perché, dopo anni di quasi totale disapplicazione, il fondo è stato riattivato con nuove risorse e una procedura più snella, per incentivare i cittadini a far valere i propri diritti. Un cambio di passo importante, che potrebbe avere conseguenze rilevanti anche per la trasparenza e l’efficienza dell’apparato pubblico.
In bilico tra criticità e aperture
Naturalmente, non mancano le criticità: in molti segnalano ancora difficoltà nell’accesso alle informazioni, poca chiarezza sulle modalità di calcolo degli indennizzi e tempi lunghi di risposta da parte dell’INPS. Tuttavia, il messaggio è chiaro: lo Stato riconosce il danno causato dai propri ritardi e offre uno strumento di tutela economica ai cittadini.
Per chi ha vissuto disagi a causa di versamenti attesi per mesi o anni, questa è un’occasione da non perdere. E, forse, anche un segnale che la macchina amministrativa italiana può – e deve – diventare più equa, attenta e responsabile. In un periodo di sfiducia verso le istituzioni, la possibilità di ottenere un rimborso per un disservizio subito rappresenta un passo avanti verso una pubblica amministrazione più vicina ai bisogni concreti delle persone.