Salerno, dubbi sul ripascimento, la denuncia della consigliera Pecoraro: “Materiale non conforme”

La questione del ripascimento delle spiagge di Salerno sta diventando a tutti gli effetti un caso politico. Ecco cosa sta succedendo
Il ripascimento delle spiagge di Salerno aveva lasciato in dote un grande entusiasmo nei mesi primaverili. Le opere realizzate sembrano finalmente poter soddisfare le esigenze dei cittadini e dei turisti.
Ed invece nel bel mezzo della stagione estiva, avanzano le discussioni e quanto pare la soddisfazione iniziale ha lasciato spazio ad una serie di polemiche che sembrano essere destinate a durare ancora un bel po’.
In seguito alle esternazioni dei bagnanti è intervenuta anche Claudia Pecoraro consigliera comunale del Movimento 5 Stelle, che di fatto non le ha mandate a dire. Come riporta salernotizie.it si è lasciata andare ad una serie di critiche, con l’auspicio di poter cambiare lo stato delle cose.
D’altronde nell’immaginario collettivo quest’opera doveva portare dei benefici e non generare ulteriori malumori e dissapori. Ecco quindi cosa ha detto la Pecoraro in merito alla spinosa questione del ripascimento della spiagge di Salerno.
La denuncia di Claudia Pecoraro
“Ci avevano promesso un litorale rinato, ci ritroviamo una distesa di pietrisco incompatibile con qualsiasi idea di spiaggia” – ha esordito la consigliera. “La sabbia utilizzata è fredda e ostile, impossibile da attraversare a piedi nudi” – ha poi aggiunto.
In seguito ha proseguito rincarando e non poco la dose: “Serve una trivella per piantare un ombrellone. Non è una spiaggia, ma una distesa finta imposta senza ascolto né rispetto per chi Salerno la abita davvero”.
Le incongruenze riscontrate dalla consigliera comunale M5S
La Pecoraro dopo aver espresso il suo dissenso ha avanzato un’ulteriore problematica, che di fatto renderà ancora più spinosa la tematica. Infatti a suo dire dalla commissione urbanistica sarebbe emerso che il materiale usato non sarebbe pienamente conforme a quello previsto dal capitolato.
Il tutto a causa di un difetto di verifica nella catena dei controlli. In più manca anche il collaudo. La sua denuncia si è quindi conclusa con un’altra considerazione che secondo il suo punto di vista è piuttosto grave: “Hanno comunque aperto un’area balneare al pubblico, pur sapendo che il materiale non era quello contrattualmente previsto e senza averne certificato la qualità”. Anche il Codacons è intervenuto chiedendo al comandante del porto la chiusura dei tratti di spiaggia incriminati. Dunque vedremo cosa succederà nelle prossime roventi settimane, in cui notoriamente la gente si riversa sempre di più sugli arenili, soprattutto quelli pubblici.