Ben nota come la LAGUNA BLU della Campania, è il posto ideale per gli innamorati | Agosto e settembre i periodi migliori
C’è un luogo, a pochi chilometri da Napoli, dove la natura e il mito si intrecciano profondamente da fondere il reale e l’immaginario.
È il Lago d’Averno, un piccolo specchio d’acqua circondato dai Campi Flegrei, a due passi da Pozzuoli. A prima vista, sembra solo un lago tranquillo, incorniciato dal verde. Ma basta fermarsi un attimo, respirare profondamente e lasciarsi avvolgere dal silenzio, per capire che lì si nasconde qualcosa di più.
Fin dall’antichità, questo lago ha ispirato timore e meraviglia. I Greci lo chiamavano “Aornos”, ovvero “senza uccelli”, perché si diceva che i gas sulfurei che salivano dalle sue acque fossero talmente forti da non permettere la vita. Anche se oggi questo fenomeno è meno evidente, l’atmosfera conserva ancora qualcosa di misterioso, quasi ultraterreno.
È qui che, secondo la leggenda, Enea sarebbe sceso nell’Ade, guidato dalla Sibilla Cumana, per incontrare l’anima del padre. Virgilio ne scrive nell’Eneide, e da allora il lago divenne per i Romani la “porta degli Inferi”. Un’idea affascinante, se si pensa che si tratta in fondo solo di un lago craterico, formatosi circa 4.000 anni fa. Eppure, passeggiando lungo il suo perimetro, che si snoda per circa tre chilometri, l’idea di trovarsi sul confine tra due mondi non sembra poi così assurda.
Il lago ha avuto un ruolo importante anche nella storia romana. Nel 37 a.C., Marco Vipsanio Agrippa – sì, proprio il braccio destro di Ottaviano – lo trasformò in un porto militare strategico, il Portus Julius, collegandolo al mare tramite canali e al vicino Lago Lucrino. Per rendere il collegamento più efficace, venne scavata persino una lunga galleria, la Grotta di Cocceio, oggi chiusa ma ancora affascinante per il suo valore archeologico.
Birdwatching la nuova frontiera
Oggi, il Lago d’Averno è ben diverso da come lo immaginavano i poeti antichi. È un luogo sereno, perfetto per una passeggiata immersi nella natura. Il sentiero che lo circonda è pianeggiante, accessibile e regala scorci suggestivi tra alberi, vigneti e zone di osservazione per gli amanti del birdwatching.
Si possono incontrare anatre, folaghe, svassi, e nelle giornate più tranquille si sentono solo i canti degli uccelli e il fruscio del vento tra i pini.
Un luogo ammantato di leggenda
Eppure, anche se oggi è una meta ideale per famiglie, escursionisti o appassionati di storia, il Lago d’Averno continua a custodire il suo lato nascosto. È un luogo dove la realtà si colora facilmente di leggenda. Dove la storia e la mitologia convivono con la flora mediterranea e la quiete dell’acqua.
Visitare il Lago d’Averno non è solo una gita fuori porta. È un’esperienza che ti connette con il passato, ti fa viaggiare con la mente e ti ricorda quanto siano sottili, a volte, i confini tra ciò che è stato, ciò che è e ciò che si racconta.