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Scoperta in queste ore la vera PATRIA DEL POMODORO in Campania | Gli esperti sono senza parole, questi sono divini

Pomodoro San Marzano
Pomodoro San Marzano, proveniente dal borgo omonimo – pexels – salernosera

Una scoperta sorprendente: è stata individuata in Campania quella che potrebbe essere considerata la vera “patria del pomodoro”.

Un territorio che, pur essendo stato spesso all’ombra delle più celebri zone di produzione, ha dimostrato – attraverso analisi e degustazioni – di avere caratteristiche uniche, capaci di elevare il pomodoro a un livello quasi “divino”.

A quanto pare, non si tratterebbe delle aree più note come San Marzano o il Piennolo del Vesuvio, ma di una zona più defilata, nell’entroterra campano, dove la combinazione di microclima, qualità del terreno e tecniche agricole tradizionali ha dato vita a un prodotto straordinario. Gli esperti, dopo vari sopralluoghi e confronti, si sono detti sbalorditi: in nessun altro luogo, affermano, il pomodoro riesce a sviluppare una tale intensità di sapore, un perfetto equilibrio tra dolcezza e acidità, e una consistenza così carnosa e compatta.

Questa “patria segreta” si troverebbe tra le colline dell’Alto Casertano, in particolare tra i piccoli comuni rurali dove l’agricoltura è ancora condotta secondo pratiche antiche, lontane dall’agroindustria e dai processi intensivi. Qui, il pomodoro viene coltivato in appezzamenti di dimensioni contenute, spesso a conduzione familiare, dove ogni pianta è seguita con cura artigianale e raccolta solo al punto perfetto di maturazione.

I primi ad accorgersene sono stati alcuni chef campani di ritorno da un tour gastronomico nella zona. Colpiti dalla qualità dei pomodori assaggiati in alcune trattorie locali, hanno deciso di portarne alcuni esemplari nei laboratori di analisi sensoriale. Il risultato ha lasciato tutti senza parole: il profilo organolettico del pomodoro dell’Alto Casertano superava di gran lunga quello di varietà già famose, come il datterino di Battipaglia o il San Marzano DOP.

Marchio di tutela

In seguito, anche agronomi e nutrizionisti hanno confermato l’eccezionalità del prodotto, notando un’altissima concentrazione di licopene, antiossidanti naturali e zuccheri complessi.

Il clamore ha spinto le istituzioni locali a muoversi in fretta. Sono già in corso le prime pratiche per il riconoscimento di un marchio di tutela e per l’avvio di un consorzio che possa proteggere e valorizzare questa eccellenza. Parallelamente, diversi ristoratori – anche fuori regione – hanno iniziato a inserire nei propri menù ricette che impiegano esclusivamente questo pomodoro “ritrovato”, contribuendo così a diffonderne la fama.

Passata di pomodoro
Passata di pomodoro – Salernosera.it (Canva)

Una scoperta speciale per il contesto umano e culturale

Ma ciò che rende davvero speciale questa scoperta non è solo il gusto o la qualità chimico-nutrizionale. È il contesto umano e culturale che la circonda: famiglie di contadini che tramandano i semi di generazione in generazione, donne che preparano conserve secondo i metodi delle nonne, una comunità che fa del pomodoro il simbolo di un’identità rurale viva e resistente.

In un’epoca in cui spesso si rincorrono le mode gastronomiche, riscoprire un tesoro del territorio così autentico e genuino è una notizia che scalda il cuore. E questa volta, sembra proprio che la Campania abbia ritrovato il suo frutto più prezioso, nella sua forma più pura e sorprendente.