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Allarme lavoro in Italia, 18.000 lavoratori a rischio | Questo supermercato sta per chiudere per sempre, che guaio

Supermercato Carrefour (Pexels) - salernosera.it
Supermercato Carrefour (Pexels) – salernosera.it

Carrefour potrebbe presto dire addio al mercato italiano. Una decisione che sembrava impensabile fino a pochi anni fa

Un’ipotesi ma che oggi appare sempre più probabile, alla luce delle difficoltà economiche e operative che la filiale italiana del colosso francese sta attraversando. Dopo anni di perdite e tentativi di ristrutturazione, l’azienda starebbe valutando la cessione graduale, o addirittura completa, dei propri punti vendita in Italia.

Il bilancio degli ultimi anni parla chiaro. Tra il 2019 e il 2023, Carrefour Italia ha accumulato quasi 900 milioni di euro di perdite. Solo nel 2024, la perdita è stata di 93,5 milioni, con un fatturato sceso a 4,18 miliardi, in calo del 2,6% rispetto all’anno precedente. A rendere la situazione ancora più complicata c’è un dato chiave: le vendite per metro quadro sono ben al di sotto della media nazionale, segno evidente che l’efficienza commerciale è in crisi. Mentre la media del settore si attesta a circa 7.770 euro per metro quadro, i punti vendita Carrefour si fermano a poco più di 5.700.

Di fronte a questi numeri, la strategia dell’azienda è cambiata radicalmente. Negli ultimi anni, Carrefour ha puntato sempre di più sul modello del franchising, passando da una gestione diretta alla concessione in gestione dei punti vendita a soggetti terzi. Ad oggi, su circa 1.200 punti vendita in Italia, solo poco più di 200 sono gestiti direttamente dalla società madre. Questo modello, però, non sembra sufficiente per riportare l’azienda in equilibrio economico. I negozi in franchising, pur rappresentando la maggioranza numerica, contribuiscono solo marginalmente al fatturato complessivo.

Secondo alcune fonti, Carrefour ha incaricato la banca d’affari Rothschild di sondare il mercato per individuare potenziali acquirenti. Tra i nomi più frequentemente citati ci sono Conad, Esselunga, Lidl e Penny Market. Ogni potenziale acquirente sarebbe interessato a una parte diversa della rete: i discount ai punti vendita più piccoli e di prossimità, mentre le catene tradizionali ai supermercati e ipermercati.

La cessione dei punti vendita

Nel frattempo, Carrefour ha già iniziato a cedere alcuni punti vendita. In Campania, per esempio, 22 negozi sono passati ad Apulia Distribuzione, master franchisee che ha garantito il mantenimento dei contratti per circa 500 lavoratori coinvolti. Un segnale di come l’uscita possa essere gestita, almeno in parte, salvaguardando l’occupazione.

Proprio su questo punto si concentrano le preoccupazioni maggiori. In tutta Italia, Carrefour dà lavoro a circa 16-18 mila persone. I sindacati temono che, con la vendita a soggetti terzi, molti dipendenti possano perdere diritti acquisiti o ritrovarsi in condizioni lavorative peggiorative. È già stato chiesto l’intervento delle istituzioni per avviare un confronto che garantisca la tutela occupazionale.

Carrello della spesa (Immagine di repertorio – Foto da Freepik) – salernosera.it

Un capitolo da mezzo secolo

Se davvero Carrefour uscirà dal nostro paese, si chiuderà un capitolo durato oltre cinquant’anni. Il primo punto vendita italiano aprì nel 1972, e da allora l’azienda ha avuto alti e bassi, espandendosi soprattutto con gli ipermercati.

Oggi, quel modello sembra non reggere più. In un mercato sempre più orientato al risparmio e alla prossimità, Carrefour sembra non trovare più spazio. E così, senza troppi clamori, si avvia verso un addio che potrebbe cambiare il volto della grande distribuzione italiana.