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In prossimità di Salerno è stata scoperta la GOLA DEL DIAVOLO | Gli studiosi predicano calma, i deboli di cuori ne stanno alla larga

Paura-Foto-di-Andrea-Piacquadio-da-Pexels-SalernoSera.it
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Un antico borgo abbandonato, una gola che taglia la roccia e una storia lunga mille anni: ecco cosa si nasconde tra le alture del Cilento, uno dei territori più amati della Campania.

Sulle alture che dominano la valle del fiume Mingardo, a pochi chilometri da Salerno, si erge il borgo medievale abbandonato di San Severino di Centola, una rarità preziosa che non tutti conoscono.

Il suo profilo di pietra, scolpito nel crinale della collina, custodisce uno dei panorami più suggestivi del Cilento, ma anche uno dei più inquietanti che affascina e intimorisce allo stesso tempo.

Qui, dove il fiume si insinua in una stretta gola tra le rocce, prende forma quella che gli antichi abitanti hanno battezzato “Gola del Diavolo”: un varco angusto e spettacolare, capace di incutere rispetto anche nei più temerari.

La conformazione geologica, il silenzio irreale e i resti di secoli di storia rendono questo tratto un autentico teatro naturale, dove il tempo sembra essersi fermato e le leggende prendono il sopravvento sulla realtà.

San Severino di Centola, il borgo che dominava la Gola del Diavolo

L’antico borgo, fondato tra il X e l’XI secolo, sorge in posizione strategica proprio sopra la Gola del Diavolo, come riportato da IlCilentano. A edificare per primi furono i Sanseverino, potente famiglia del Principato di Salerno. La rocca fortificata e la torre longobarda furono concepite per controllare le vie d’accesso alla valle, da sempre crocevia militare e commerciale. Col tempo, il borgo si sviluppò attorno al castello, arricchendosi di abitazioni, chiese, cappelle e un imponente palazzo baronale.

Le stratificazioni architettoniche, longobarde, normanne, sveve e angioine, sono ancora visibili tra le rovine, oggi avvolte dalla vegetazione e dal fascino di un luogo dimenticato. Dalla sommità del borgo, lo sguardo cade proprio sull’imbocco della gola, il cui nome popolare sembra voler mettere in guardia chiunque osi addentrarvisi.

Vegetazione-fitta-Foto-di-Valeriia-Miller-da-Pexels-SalernoSera.it
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Un’avventura affascinante tra silenzio e natura: cosa vedere a San Severino di Centola

Oggi San Severino è un museo a cielo aperto. Ospita il Museo dell’Emigrante Cilentano, che raccoglie testimonianze delle famiglie locali partite alla volta dell’America nel secolo scorso. Ma attorno resta il silenzio. Le strutture, nonostante siano in parte visitabili, richiedono cautela: molti edifici sono pericolanti, e il percorso verso la gola attraversa sentieri impervi.

Gli studiosi invitano alla prudenza, sottolineando il valore paesaggistico e storico dell’area, ma scoraggiando le esplorazioni improvvisate. La Gola del Diavolo, con i suoi anfratti scoscesi e la sua reputazione oscura, continua ad affascinare.