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INPS senza pietà, milioni di pensionati costretti a RESTITUIRE la quattordicesima | Queste le rate killer

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Quattordicesima, chiesto il rimborso – pixabay – salernosera.it

Negli ultimi giorni, molti pensionati italiani stanno ricevendo una comunicazione piuttosto spiacevole da parte dell’INPS.

Si tratta di una richiesta di rimborso relativa alla cosiddetta “quattordicesima”, ovvero quella mensilità aggiuntiva che ogni anno viene corrisposta nel mese di luglio agli over 64 con redditi annui inferiori a una determinata soglia. A quanto pare, l’Istituto ha erogato la somma in via provvisoria, senza attendere i dati definitivi sui redditi dei beneficiari, e ora, a seguito di controlli più accurati, sta inviando lettere per recuperare quanto versato erroneamente.

Il motivo del disguido nasce dal fatto che l’INPS, per accelerare i tempi di pagamento, ha utilizzato le informazioni reddituali disponibili fino al 30 giugno. Tuttavia, queste informazioni possono risultare incomplete o non aggiornate. Così, alcuni pensionati che apparentemente rientravano nei requisiti hanno ricevuto la quattordicesima, ma una volta elaborati i dati definitivi, è emerso che in realtà superavano il tetto massimo previsto, attualmente fissato a 15.688,40 euro annui. Da qui la necessità di recuperare quanto indebitamente versato.

Le lettere che stanno arrivando in questi giorni informano i destinatari dell’errore e specificano l’importo da restituire. Vengono anche indicate le modalità per farlo: si può optare per una trattenuta sulle prossime rate della pensione oppure concordare un piano di rientro personalizzato. Si tratta di una situazione delicata, che coinvolgerebbe fino a 3 milioni di pensionati in tutta Italia. Comprensibile quindi la preoccupazione e, in molti casi, anche lo sconcerto di chi si vede costretto a restituire somme che pensava di aver legittimamente ricevuto.

È importante sapere che, se si ritiene che la richiesta dell’INPS sia infondata o che i dati utilizzati non siano corretti, si può presentare un’istanza per chiedere una verifica. Ad esempio, in presenza di redditi straordinari, detrazioni particolari o variazioni recenti della situazione economica, potrebbe essere possibile rientrare nei limiti previsti. In questo caso, è consigliabile utilizzare i servizi online dell’INPS, come l’area riservata MyINPS, oppure rivolgersi a un patronato o a un CAF per ricevere assistenza.

Non ignorare la comunicazione

In ogni caso, non bisogna ignorare la comunicazione ricevuta. Anche se l’errore non è dipeso dal pensionato, il rimborso resta comunque dovuto secondo la normativa vigente. Il consiglio è quindi di controllare attentamente il proprio reddito annuo, confrontarlo con i requisiti stabiliti e agire di conseguenza.

Se si rientra effettivamente nei limiti, si potrà presentare la documentazione necessaria per ottenere una rettifica. In caso contrario, meglio evitare di accumulare debiti e cercare una soluzione concordata con l’Istituto.

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INPS – pexels – salernosera

Un rapporto dall’equilibro molto delicato

Questa vicenda mostra, ancora una volta, quanto sia delicato il rapporto tra velocità dell’erogazione dei sussidi e correttezza dei dati. L’intento dell’INPS di pagare tempestivamente un beneficio a chi ne ha diritto è certamente apprezzabile, ma errori di questo tipo rischiano di creare sfiducia e malcontento tra chi vive già in condizioni economiche non facili.

Un dialogo trasparente e assistenza adeguata sono fondamentali per evitare che il problema si trasformi in un disagio più profondo per milioni di italiani.