Campania 2025, scopri i VINI che stanno conquistando il mondo | Regala una di queste bottiglie e ti faranno una statua

Parlare di vini campani significa immergersi in un mondo ricco di storia, di profumi e di paesaggi che sembrano nati apposta per la vite.
In Campania, il vino non è solo una bevanda: è cultura, tradizione, identità. Basta fare un giro tra le colline dell’Irpinia, i terrazzamenti della Costiera Amalfitana o i campi vulcanici dei Campi Flegrei per rendersi conto di quanto questo territorio sia generoso e unico.
Tra i bianchi, è impossibile non innamorarsi del Fiano di Avellino. È un vino elegante, con profumi fini che ricordano gli agrumi, i fiori bianchi e a volte persino un leggero sentore di nocciola. È uno di quei vini che ti fa venire voglia di stare a tavola con calma, magari davanti a un piatto di linguine alle vongole o a una mozzarella di bufala appena tagliata. C’è poi il Greco di Tufo, più deciso e minerale, perfetto per chi ama i sapori più incisivi. Quando è ben fatto, regala una sensazione di freschezza che pulisce il palato e ti prepara a un altro sorso.
La Falanghina, invece, è come quella persona allegra che riesce sempre a farti sorridere: profumata, vivace, con una buona acidità che la rende perfetta per un aperitivo o un pranzo d’estate. Che venga dal Sannio o dai Campi Flegrei, ha sempre qualcosa da raccontare. E se ci si sposta sulla costa, si scoprono i vini della Costiera Amalfitana, veri gioielli di equilibrio tra sole e mare: bianchi leggeri ma pieni di carattere, nati su terrazzamenti a picco sul Tirreno.
E i rossi? La Campania non è da meno. L’Aglianico, in particolare, è il re incontrastato. In Irpinia, prende forma nel Taurasi, un vino strutturato, profondo, con tannini importanti e una capacità di invecchiamento impressionante. C’è chi lo paragona al Barolo del Sud, e non a caso. Ma anche nel Taburno dà vini robusti e avvolgenti, perfetti per i piatti di carne o per una bella cena d’inverno.
Il Piedirosso è morbido e profumato
Un discorso a parte merita il Piedirosso, un vitigno autoctono più morbido e profumato, con note di frutti rossi e una freschezza tutta sua. È il rosso ideale per chi cerca un vino più facile da bere, ma non banale. In blend con l’Aglianico, come accade nel celebre Terre di Lavoro, riesce a creare qualcosa di davvero speciale.
C’è poi un’altra Campania da scoprire: quella delle piccole cantine, dei produttori coraggiosi che lavorano in biodinamica, che riscoprono vecchi vitigni o che vinificano secondo metodi antichi. Gente che ci mette passione vera, e che spesso riesce a creare vini emozionanti, magari fuori dalle denominazioni più note, ma non per questo meno autentici.
Le emozioni fluiscono dal vino campano
Insomma, bere campano significa fare un viaggio tra mare e montagna, tra tradizione e innovazione.
È lasciarsi guidare da profumi intensi, sapori sinceri e storie di terra. Una terra che, bicchiere dopo bicchiere, sa regalare emozioni vere.