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Reddito di Cittadinanza, INCUBO per chi ha barato | Dovrai restituire TUTTO entro un mese, l’INPS non perdona

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Guai col reddito di cittadinanza – pixabay – salernosera.it

L’INPS ha deciso di chiedere indietro tutte le mensilità del Reddito di cittadinanza a chi lo ha percepito senza averne realmente diritto.

Nessuna mezza misura, nessuna tolleranza: chi è stato scoperto, dovrà restituire tutto. E non si parla di cifre simboliche, ma spesso di somme che si sono accumulate nel tempo, mese dopo mese, arrivando anche a migliaia di euro.

Immaginate cosa significa ricevere una comunicazione ufficiale in cui vi viene richiesto di restituire, per intero, magari 12 o 24 mensilità già spese per bollette, affitto o spesa. Per molti, è un vero e proprio incubo. In tanti avevano pensato di agire nella legalità, o almeno di trovarsi in una zona grigia dove, tra ISEE, requisiti di residenza e composizione del nucleo familiare, la burocrazia si fa spesso confusa. Ma ora, l’INPS sembra voler fare piazza pulita, adottando una linea dura che non ammette discussioni.

Chi non aveva i requisiti – magari ha omesso qualche informazione, o ha dichiarato in modo errato il proprio reddito – si trova adesso sotto esame. In alcuni casi, addirittura, sono stati errori di sistema o cambiamenti repentini della situazione familiare a causare il problema. Ma il risultato non cambia: la richiesta di restituzione è arrivata, e per chi non ha possibilità economiche, è come ricevere un macigno sulla testa.

A rendere la situazione ancora più tesa è il tono dell’Istituto: la restituzione delle somme percepite in modo illecito è “non negoziabile”. Niente repliche, nessuno spazio per la trattativa. L’unica via è saldare il debito, e in fretta. Per chi non può permetterselo, l’alternativa è la rateizzazione, che però non è garantita a tutti né sempre priva di interessi.

Errori in buona fede

C’è poi un altro aspetto che fa riflettere: molti dei beneficiari ora nel mirino avevano ricevuto il Reddito in buona fede. Non si tratta solo di “furbetti”, ma anche di famiglie che davvero avevano bisogno e che, magari per inesperienza o disattenzione, hanno sbagliato qualcosa nella richiesta. E adesso si trovano a fare i conti con la restituzione di somme che, nella loro situazione, risultano impossibili da raccogliere.

La questione, ovviamente, ha anche un lato legale. È vero che l’INPS agisce nel rispetto della legge, che prevede il recupero delle somme indebitamente erogate. Ma è altrettanto vero che chi si trova in difficoltà ha diritto a difendersi, a spiegare le proprie ragioni, a presentare ricorso se ritiene di aver subito un’ingiustizia. Purtroppo, però, difendersi ha un costo. E per chi già viveva con un sussidio minimo, anche affrontare un ricorso può diventare un ostacolo insormontabile.

INPS
INPS – pexels – salernosera

Servirebbe maggiore attenzione

Alla fine, quello che colpisce è l’apparente mancanza di equilibrio. Perché colpire duramente chi ha sbagliato in modo consapevole è giusto, ma punire con la stessa severità anche chi si è trovato in difficoltà, senza dolo, rischia di alimentare sfiducia e senso di abbandono.

Servirebbe forse più attenzione, più ascolto e più strumenti per distinguere le situazioni. Perché un errore non dovrebbe mai costare quanto una truffa.