Legge 104, INPS sgancia la bomba: cambia tutto con un solo messaggio | Chi sbaglia resta senza assistenza

Dopo anni di trafile burocratiche complicate, moduli cartacei, visite mediche doppie e attese infinite, è arrivata una novità importante che riguarda il riconoscimento della disabilità.
Con un nuovo decreto legislativo approvato nel maggio 2024 e reso operativo grazie alla Legge di Bilancio, lo Stato italiano ha deciso di semplificare, e non poco, l’intero percorso. Il cuore del cambiamento? Tutto parte da un solo documento: il certificato medico introduttivo.
Sembra poco, ma è una piccola rivoluzione. Invece di dover fare più passaggi tra ASL, INPS e magari anche i CAF, ora basta che il medico – se è abilitato – compili online questo certificato e lo invii in via telematica. Da lì in poi è l’INPS a occuparsi di tutto. Il cittadino non deve più presentare ulteriori domande separate. Una volta aperta la procedura, sarà possibile seguire ogni fase direttamente tramite il portale.
Questo passaggio è importante per tutti, ma lo è ancora di più per i minori. Con la vecchia procedura, al compimento dei 18 anni bisognava rifare tutto da capo, con il rischio di ritardi nelle prestazioni. Ora invece si può anticipare la richiesta e garantire continuità, evitando interruzioni nei benefici già in corso.
In più, c’è anche una novità pratica che aiuterà chi ha situazioni cliniche complesse o in evoluzione. Si chiama “certificato medico integrativo”. Se durante l’attesa della visita medica dovessero cambiare le condizioni del paziente – ad esempio un peggioramento o una nuova diagnosi – il medico potrà aggiornare il certificato già inviato, senza dover rifare tutto da zero. Questo è utile anche per chi magari scopre all’ultimo di dover aggiungere esami o referti importanti.
Un cambiamento non solo burocratico
Per ora, però, il nuovo sistema è attivo solo in alcune province italiane. Si tratta di un progetto pilota partito all’inizio del 2025, che coinvolge territori come Brescia, Firenze, Salerno e altri. Progressivamente, verranno aggiunte nuove zone e se tutto andrà bene, entro il 2027 si punta a estendere il modello in tutta Italia.
Ma il cambiamento non è solo burocratico. C’è anche una modifica nel linguaggio: al posto del termine “handicap” si parla ora più correttamente di “condizione di disabilità”, in linea con le convenzioni internazionali. Le valutazioni saranno fatte su criteri scientifici condivisi a livello mondiale, per capire non solo la malattia, ma quanto questa incida realmente nella vita quotidiana della persona.
Un sistema che può ancora migliorare
Insomma, non è ancora tutto perfetto – e bisognerà vedere come funzionerà davvero nei prossimi mesi – ma finalmente si comincia a vedere un approccio più umano, snello e digitale.
Un passo avanti concreto per chi ogni giorno affronta le difficoltà legate alla disabilità e chiede solo di essere ascoltato, capito e aiutato senza ostacoli inutili.