Tra labirinti di vicoli e scale sorge il BORGO DEI GRECI a Caserta | Guai ad andarci da soli, si rischia di perdere la strada di casa
C’è un piccolo angolo della Campania che sembra sospeso nel tempo, dove le pietre parlano, le acque scorrono limpide e i nomi evocano misteri antichi
Parliamo di Fontegreca, un borgo incastonato tra le colline del Matese, in provincia di Caserta. Già solo il nome incuriosisce: perché “Fontegreca”? E perché qualcuno la chiama affettuosamente “il borgo dei Greci”? La risposta non è scontata, ma affonda le radici tra storia, leggende e un pizzico di poesia.
Un tempo, questo paese si chiamava Fossaceca, un nome che richiama terreni aridi, forse poco ospitali. Poi, nel 1862, si decise di cambiare e nacque Fontegreca. Un nome che, al primo ascolto, suggerisce subito qualcosa di più fluido, più puro, forse anche più antico. “Fonte”, perché qui sgorga un’acqua chiarissima, che da secoli disseta e nutre. “Greca”, invece, è la parte più affascinante.
Non ci sono prove certe di colonie greche in zona, ma esistono manoscritti che parlano di una misteriosa “Fossa Graeca”. E così, tra documenti, racconti orali e suggestioni, l’immaginario collettivo ha iniziato a costruire un’identità: quella di un borgo che, anche se non propriamente greco, ha nel suo DNA qualcosa di antico e nobile. Un’identità che piace e che ha dato vita al soprannome romantico di “borgo dei Greci”.
Passeggiare per le sue strade è un’esperienza quasi intima. I vicoli in pietra si arrampicano tra le case, si incrociano, si stringono e poi si aprono su piccoli slarghi dove il tempo sembra rallentare. Ogni angolo ha qualcosa da raccontare, anche se in silenzio. E chi ama la natura trova in Fontegreca un vero paradiso. Basta allontanarsi un po’ dal centro abitato per scoprire la meravigliosa Cipresseta, un bosco secolare unico nel suo genere. È un luogo che non si dimentica facilmente: cipressi alti e fitti che formano una cattedrale naturale, attraversata da sentieri, ruscelli e cascate.
Un luogo dove rigenerarsi a fondo
Lì, tra il canto dell’acqua e il fruscio degli alberi, si capisce davvero cosa significhi il termine “rigenerarsi”. C’è chi viene a camminare, chi a meditare, chi semplicemente a respirare aria buona. In estate, poi, ci si può anche tuffare nelle pozze naturali scavate nel torrente Sava, con l’acqua fresca che arriva direttamente dalla montagna.
Non è raro imbattersi in famiglie che fanno picnic, in escursionisti, in fotografi a caccia di scorci. E per chi ama la cultura locale, c’è anche la “Festa del Cipresso”, che ogni anno riunisce abitanti e visitatori in una celebrazione di cibo, musica e tradizioni.
Un posto da visitare con calma
Fontegreca non è un posto da visitare di corsa. È un luogo da assaporare con lentezza, da osservare e ascoltare. Ha qualcosa di familiare ma anche di esotico, e forse è proprio questa dualità che lo rende speciale.
Chiamarlo “borgo dei Greci” è un po’ un gioco, un po’ un modo per rendergli omaggio. Perché in fondo, anche se non ci sono templi o colonne doriche, c’è un’anima antica che qui si sente ancora, forte e viva.