IMU, fine dell’incubo | Chi ha la seconda casa può tirare un sospiro di sollievo: ecco chi ne è fuori

Negli ultimi giorni si è diffusa una notizia che farà sicuramente tirare un sospiro di sollievo a molti: alcune categorie di proprietari non dovranno più pagare l’IMU sulla seconda casa.
Finisce così, almeno per loro, un vero e proprio calvario fatto di scartoffie, verifiche burocratiche e conti che non tornano mai.
Nella pratica, due sono le tipologie di persone fortunate incluse in questa novità: i genitori affidatari che, dopo una separazione o un divorzio, si sono visti assegnare dal giudice la casa in cui vivono insieme ai figli, e i proprietari di immobili dichiarati inagibili o inabitabili dal Comune. In entrambi i casi, quegli immobili non vengono più considerati “seconda casa” e quindi non sono più soggetti all’IMU. A patto di presentare la documentazione necessaria al Comune di competenza
Chi vive con i figli in una casa ottenuta tramite sentenza giudiziale non pagherà più l’imposta, perché quell’immobile diventa a tutti gli effetti “abitazione principale”. Uno status che, per legge, sottrae l’obbligo del versamento. Lo stesso vale per chi possiede un immobile dichiarato ormai pericolante o non abitabile: con il certificato comunale in mano, anche quella casa sfugge al balzello .
Non è una decisione software, però: per godere dell’esenzione è necessario avviare un vero e proprio iter. Nei due casi bisogna presentare autorizzazioni ufficiali – sentenza di affidamento o certificato di inagibilità – e aspettare che il Comune le riconosca. Solo allora l’IMU sulla seconda casa diventa realmente un peso in meno per il portafoglio .
Un cambiamento significativo
Questo cambiamento è significativo. Tante famiglie si ritrovavano, dopo un divorzio, a dover pagare l’IMU su una casa in cui vivono realmente insieme ai figli: un paradosso reso possibile da una normativa che, fino a ieri, non li proteggeva. Allo stesso modo, chi possedeva una proprietà pericolante – magari in attesa di demolizione o ristrutturazione – doveva comunque pagare l’imposta, in attesa di decisioni formali del Comune.
Ora, grazie all’intervento combinato del legislatore e dei giudici, viene riconosciuto un principio semplice e intuitivo: non si paga l’IMU su una casa che non è realmente a disposizione. Un traguardo importante, che conferma come il fisco possa essere adeguato a situazioni reali e non solo a schemi astratti.
Una novità con dei limiti
Certo, va riconosciuto un limite: la novità non è automatica. Serve documentazione, serve tempo, serve che l’istanza venga accolta. E spesso sono necessarie consulenze professionali, rapporti con il Comune e pazienza. Ma per molti, la riduzione – e in alcuni casi la rimozione totale dell’imposta – rappresenta un risparmio concreto e un sollievo psicologico non da poco.
In conclusione, se sei un genitore divorziato o separato e ti sei visto assegnare la casa con i tuoi figli, vale la pena verificare se puoi richiedere l’esenzione IMU. Lo stesso vale se possiedi un immobile dichiarato inagibile. Informati presso il Comune, valuta la documentazione da presentare e magari rivolgiti ad un professionista. Per tanti, quello che sembra un piccolo alleggerimento fiscale potrebbe rivelarsi una svolta: liberarsi di un esborso inaspettato e veder finalmente riconosciuto un diritto di buon senso.