Angri, condannato 50enne: aveva truffato una signora rubandole i soldi dalla carta

L’uomo si era reso protagonista di un raggiro ai danni di una donna di Padova sottraendole diversi soldi dalla propria carta
Le truffe online sono ormai sempre più diffuse e in alcuni casi purtroppo vanno a segno. Ed è proprio ciò che è capitato ad una signora residente a Padova, che è stata presa di mira da un 50enne di Angri.
Come si evince dalle notizie riportate da salernotoday.it l’uomo in questione è stato condannato ad un anno e dieci mesi (con pena sospesa) per riciclaggio. I fatti invece risalgono al 2020, quando il truffatore invitò la donna a cliccare un link per “consentirle” di sbloccare la carta.
In realtà però sfruttò l’occasione per impadronirsi di ben 5.000 euro. Il tutto era partito da un telefonata in cui era stato fatto credere alla vittima che la sua carta era stata bloccata e che era necessario seguire la procedura tramite il link che le sarebbe stato inviato poco dopo per sbloccarla.
Dunque, un vero e proprio phishing che ha avuto delle conseguenze devastanti. Andiamo quindi a ricostruire il tutto, analizzando nel dettaglio tutti i passaggi di questa vicenda a dir poco incresciosa.
La ricostruzione dei fatti
Una volta intercettata telefonicamente e dopo aver guadagnato la sua fiducia, il sedicente operatore telefonico (si era spacciato per tale) aveva detto alla donna di dover cliccare sul link e di seguire alcune istruzioni.
In pratica doveva accedere inserendo codici personali e attivare nuovamente il sistema di sicurezza. In realtà però così facendo ha consegnato la sua carta al truffatore che potuto fare i propri comodi impadronendosi indebitamente del denaro dell’ignara signora.
La denuncia da parte della povera malcapitata
Una volta effettuata la verifica del conto con le Poste, la protagonista di questa sfortunata vicenda ha compreso di essere stata ingannata. Infatti mancavano ben 5.000 euro. Chiaramente ha fatto seguito la denuncia alla polizia postale, che ha individuato il responsabile di questa squallida e deplorevole azione.
I soldi d’altronde erano finiti su un conto intestato a lui e successivamente la donna riuscì a recuperare quasi tutto. La difesa dal canto suo ha deciso di ricorrere in appello per cercare di sovvertire una situazione, che vista da questa prospettiva sembra abbastanza chiara. Al contempo però com’è giusto che sia ognuno provare a tirare acqua al proprio mulino. Il loro auspicio è quello di riuscire ad ammorbidire la pena nei prossimi gradi di giudizio.