PUZZI? FUORI | Da oggi basta un’ascella sbagliata per essere LICENZIATI, se non ti lavi sei con un piede nella fossa

La pulizia personale è un criterio fondamentale ora sul posto di lavoro: basta un’ascella sbagliata per rischiare il licenziamento.
Meglio tardi che mai, direbbe più di qualcuno. La rivoluzione dell’igiene personale sul posto di lavoro è arrivata, e non è uno scherzo. Stop alle gaffe, ai ritardi minimi o alla tazzina del caffè dimenticata sulla scrivania.
Rigore, giro di vite, inflessibilità: chiamatelo un po’ come volete. Per un numero sempre più crescente di aziende, la pulizia personale è diventata un criterio fondamentale per la permanenza sul posto di lavoro, con il rischio di ripercussioni che possono portare direttamente al licenziamento, se non rispettate alla lettera.
Se l’odore di ascella è troppo forte o la tua igiene personale lascia a desiderare, potresti ritrovarti con un piede nella fossa lavorativa. La notizia, che sta facendo il giro degli ambienti aziendali, non è ancora un dettato di legge generalizzato, ma nasce da un’interpretazione più stringente delle norme sul decoro e la sicurezza sul lavoro, nonché dal recepimento di clausole interne sempre più dettagliate nei contratti e nei regolamenti aziendali.
In sostanza, l’igiene personale, finora data per scontata o relegata al buon senso individuale, si sta trasformando, ormai ha assunto i contorni di un requisito esplicito e vincolante per un lavoratore, nei più disparati settori. Ma cosa significa in pratica?
Codici di condotta
Le aziende stanno iniziando a inserire nei propri codici di condotta delle linee guida precise sull’igiene. Si parla di “idonee condizioni igienico-sanitarie personali“, di “mantenere un aspetto curato e pulito” e di “evitare odori sgradevoli”. Se in passato un collega con una scarsa igiene personale era oggetto di bisbigli o, al massimo, di un richiamo velato, oggi la situazione è drasticamente cambiata.
Le forti recriminazioni dei colleghi, che lamentano un ambiente di lavoro reso insostenibile da odori corporei persistenti, non vengono più ignorate dalle aziende. Le motivazioni dietro questa stretta sono molteplici.
Più pulizia, più produttività
In primis, la salute e il benessere dell’ambiente lavorativo. Un ambiente pulito e con un’aria respirabile è un diritto di tutti. In secondo luogo, la produttività: è difficile concentrarsi e collaborare efficacemente se si è costretti a sopportare miasmi sgradevoli. Infine, l’immagine aziendale.
Dalla teoria alla pratica, ecco la circolare con misure straordinarie che la Città metropolitana di Venezia, nella sede di Mestre, ha dovuto prendere per combattere una situazione insostenibile all’interno degli uffici. “Un invito per tutti i dipendenti – ha scritto nero su bianco il direttore generale Nicola Torricella – al fine di evitare che l’ambiente condiviso con gli altri colleghi sia alterato con odori non gradevoli”. Più che un invito, un monito.