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Campania: i grandi colossi della distribuzione alimentare abbandonano la regione

Supermercato Carrefour (Pexels) - salernosera.it
Supermercato Carrefour (Pexels) – salernosera.it

Da Carrefour a Coop fino ad arrivare ad Auchan sono diverse le realtà che stanno man mano chiudendo i battenti nella nostra regione

La crisi che regna ormai da anni in Italia sta avendo delle ripercussioni importanti anche sulle aziende che decidono di investire nel nostro paese. Per effetto di ciò i grandi marchi stanno iniziando a “scappare” visto lo scarso tornaconto.

Tra questi c’è Carrefour che come riporta cronachedellacampania.it sta valutando l’uscita definitiva dal Bel Paese. Il colosso francese ha infatti chiuso diversi punti vendita in diversi punti d’Italia compresa la Campania.

Al momento sono in corso delle valutazioni e tra gli scenari papabili c’è quello della vendita del marchio o delle strutture in gestione come già è avvenuto in passato per i negozi venduti a Conad. Una vera e propria rivoluzione insomma.

Tornando alla situazione in Campania, anche altre aziende che operano nel medesimo segmento commerciale stanno man mano abbandonando il territorio, il che alla lunga può avere degli effetti deleteri sui consumatori.

Le realtà campane dove le grandi catene sono quasi del tutto assenti

Partendo proprio da Carrefour, ormai resiste solo nei grandi centri urbani come Napoli o Salerno. In altre realtà come Nola, Castellamare o Pompei sono ormai completamente spariti. Un altro esempio è quello di Auchan a Pompei, che rappresentava un simbolo dell’espansione commerciale con la storica “Città Mercato”.

Stesso destino per la Coop che nell’intera regione poteva vantare degli importanti punti vendita. Man mano ha deciso di ritirare gli investimenti fatti e ciò sta dando un duro colpo al pluralismo distributivo, che chiaramente era un bene per l’intera clientela.

Interno supermercato (Pixabay) - salernosera.it
Interno supermercato (Pixabay) – salernosera.it

Il futuro è sempre più incerto

Per effetto di ciò in Campania la concorrenza vera appare sempre più una chimera. Sono rimasti pochi grandi gruppi (su tutti Conad, Eurospin e Lidl) che si dividono le aree con alta redditività e lasciano sguarnite intere province. Ciò si traduce anche in meno scelta, meno qualità e prezzi meno competitivi per chi deve acquistare quotidianamente.

Il problema maggiore in tutto ciò è un altro. Per ogni supermercato che chiude ci sono svariati lavoratori che si ritrovano a dover fare a meno di un salario stabile. Persone con spese mensili e famiglie da mantenere fanno le spese di questi giochi di potere ormai sempre più diffusi. La logica conseguenza è la difficoltà nel trovare un nuovo impiego soddisfacente in zone con possibilità sempre più ridotte e sempre meno servite.