ULTIM’ORA, Caserta cede una città a Napoli | Ora il prefisso è 081 e si tifa solo per i colori azzurri, guai a sbagliare

Nel cuore della Campania, tra le fertili pianure della provincia di Napoli, si trova un piccolo ma affascinante comune che conserva una storia antica e ricca di trasformazioni.
Quello che in pochi sanno è che fino al 1927 non apparteneva alla provincia di Napoli, ma faceva parte della più vasta e storica provincia di Terra di Lavoro, con capoluogo Caserta. Soltanto a partire da quell’anno, in seguito a una riorganizzazione voluta dal regime fascista, Comiziano fu assegnato alla provincia di Napoli, modificando per sempre il suo assetto amministrativo.
Per secoli, Comiziano è stato parte integrante della Terra di Lavoro, una delle province storiche del Regno di Napoli prima, e poi del Regno d’Italia. La Terra di Lavoro si estendeva su un’area molto vasta che comprendeva parte delle attuali province di Caserta, Frosinone, Latina e Napoli. Questa entità amministrativa era caratterizzata da un forte legame con l’agricoltura, e Comiziano non faceva eccezione: noto per la produzione di uva, nocciole e altri prodotti tipici, il paese viveva in simbiosi con la campagna.
Il cambiamento arriva nel 1927, quando il governo fascista, in un’ottica di accentramento e razionalizzazione del territorio nazionale, decise di sopprimere la provincia di Terra di Lavoro. Questa mossa aveva obiettivi sia simbolici che strategici. Da un lato, si voleva rompere con le vecchie suddivisioni borboniche, considerate “medievali” dal regime. Dall’altro, si intendeva rafforzare il peso politico e territoriale di Napoli, allora in piena espansione.
In un celebre telegramma, Mussolini stesso definì la soppressione “necessaria” e parlò della necessità di “dare respiro” alla città di Napoli. Il Regio Decreto n. 1 del 2 gennaio 1927 sancì ufficialmente la cancellazione della provincia di Caserta (intesa allora come Terra di Lavoro) e la redistribuzione dei suoi comuni alle province confinanti.
Il passaggio di Comiziano a Napoli
In questo contesto, Comiziano fu uno dei comuni del circondario di Nola che vennero incorporati nella provincia di Napoli. Questo cambiamento, sebbene possa sembrare puramente burocratico, ebbe conseguenze importanti per la vita amministrativa e identitaria del paese.
Da quel momento in poi, Comiziano fu amministrato dalla Prefettura di Napoli, entrò a far parte di un contesto provinciale molto più vasto e urbanizzato, e venne associato ai destini economici e politici dell’area napoletana.
Un’identità tra due mondi
Ancora oggi, a distanza di quasi un secolo, è possibile percepire in Comiziano le tracce di questo doppio legame. Da un lato la cultura contadina, riservata e operosa della Terra di Lavoro; dall’altro, l’influenza più dinamica e urbana della Napoli metropolitana. Il patrimonio storico e architettonico del paese, come si può notare anche nel Catalogo dei Beni Culturali, testimonia una lunga continuità di presenza umana e culturale.
Conoscere la storia amministrativa di Comiziano non è solo un esercizio di memoria. Si tratta di un modo per comprendere meglio l’identità di un territorio che ha saputo adattarsi ai cambiamenti senza perdere il suo carattere. Il passaggio da Caserta a Napoli nel 1927 rappresenta una svolta silenziosa ma profonda. Ancora oggi contribuisce a definire ciò che Comiziano è: un piccolo comune con una storia grande.