Olio extravergine a RISCHIO | Sostanze chimiche pericolose in vendita nei supermercati, in Campania sono terrorizzati
L’olio extravergine d’oliva è da sempre considerato uno dei simboli della dieta mediterranea, nonché un fiore all’occhiello della produzione agroalimentare italiana.
Utilizzato quotidianamente nelle cucine di milioni di famiglie, rappresenta un alimento prezioso sia per il gusto che per i benefici nutrizionali. Tuttavia, una recente inchiesta ha scosso l’opinione pubblica e sollevato non poche preoccupazioni: in diverse bottiglie presenti sul mercato sono state trovate tracce di sostanze potenzialmente dannose per la salute.
A lanciare l’allarme è stato l’Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche). Ha condotto un’indagine approfondita su campioni di olio extravergine d’oliva di vari marchi commerciali. I risultati sono inquietanti: in 22 bottiglie analizzate sono state rilevate tracce di ftalati, sostanze chimiche usate come plastificanti, note per la loro capacità di interferire con il sistema endocrino. Gli ftalati sono già stati associati, in letteratura scientifica, a disfunzioni ormonali, problemi di fertilità, obesità e disturbi metabolici.
La presenza di queste sostanze in un prodotto come l’olio extravergine è particolarmente grave perché si tratta di un alimento che non subisce cottura e viene spesso consumato crudo. Ciò significa che eventuali contaminanti non vengono degradati dal calore e finiscono direttamente nell’organismo. Secondo gli esperti, la contaminazione potrebbe avvenire durante la fase di imbottigliamento, a causa dell’utilizzo di contenitori in plastica non idonei o tubazioni non adeguatamente controllate.
Ma non finisce qui. Le analisi hanno anche riscontrato la presenza di altre micro-particelle plastiche, il che lascia ipotizzare un problema più ampio, che riguarda la filiera di produzione e confezionamento. Questo dato è particolarmente allarmante, soprattutto alla luce dell’immagine di purezza e genuinità che l’olio extravergine d’oliva ha sempre rappresentato.
L’informazione è alla base della prevenzione
In risposta a quanto emerso, diversi esperti del settore hanno invitato i consumatori a prestare molta attenzione all’origine del prodotto. Scegliere oli extravergine certificati, preferibilmente di produzione italiana e con marchi DOP o IGP, può essere un primo passo per tutelarsi. È altrettanto importante leggere con attenzione le etichette e informarsi sui metodi di produzione adottati dalle aziende. Spesso, piccoli produttori locali, che operano con trasparenza e attenzione alla qualità, garantiscono standard superiori rispetto ai grandi marchi industriali.
Alcune associazioni di categoria stanno già lavorando per aumentare la sensibilizzazione del pubblico e per rafforzare i controlli lungo tutta la filiera produttiva. Anche le istituzioni sono chiamate a fare la loro parte, intensificando le verifiche e aggiornando le normative per garantire la sicurezza alimentare dei cittadini.
Un campanello d’allarme per tutti
In un Paese come l’Italia, dove l’olio extravergine d’oliva è parte integrante della cultura e dell’identità gastronomica, è fondamentale che i consumatori possano fidarsi di ciò che mettono in tavola. La salute non può essere compromessa da negligenze o interessi economici.
L’auspicio è che questa vicenda serva da campanello d’allarme e spinga tutti — produttori, autorità e cittadini — verso scelte più consapevoli e responsabili.