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Booking spiazza tutti | Guadagna tantissimo ma LICENZIA 1.000 persone, anche molti italiani coinvolti

Computer
Computer – pexels – salernosera

Booking.com è da anni sinonimo di viaggi facili, prenotazioni veloci e una scelta sconfinata di hotel e appartamenti in tutto il mondo.

Proprio per questo, la notizia di un’ondata di licenziamenti ha lasciato sorpresi non solo i lavoratori, ma anche chi conosce l’azienda come una realtà in continua espansione.

A rendere il tutto ancora più spiazzante è il fatto che la società sta vivendo un momento economico molto positivo: nel primo trimestre del 2025 i ricavi sono cresciuti dell’8 % e l’utile netto ha sfiorato i 5,9 miliardi di dollari. Eppure, nonostante questi numeri, è arrivata la decisione di tagliare personale in diversi Paesi, Italia compresa.

Nel nostro Paese, dove Booking.com impiega circa 150 persone, sono nove i lavoratori destinati a perdere il posto, tra gli uffici di Milano e Roma. Si tratta soprattutto di figure specializzate nella traduzione, nella localizzazione dei contenuti e nel controllo qualità per il mercato italiano.

Ruoli che, secondo l’azienda, possono essere sempre più coperti da sistemi automatizzati e strumenti di intelligenza artificiale. Una motivazione che però non convince i sindacati, convinti che dietro queste scelte ci sia un’ottimizzazione dei costi fatta sulla pelle dei dipendenti.

Abuso di potere

Le organizzazioni sindacali, come Filcams-CGIL, Fisascat-CISL e Uiltucs, hanno sottolineato come l’azienda abbia persino utilizzato sondaggi interni anonimi per misurare il presunto senso di appartenenza dei lavoratori, salvo poi usare i risultati come base per giustificare i tagli. Secondo molti dipendenti, questa è stata una mossa strumentale, che nulla ha a che vedere con le vere motivazioni economiche o organizzative.

La reazione non si è fatta attendere. È stato proclamato lo stato di agitazione e fissato uno sciopero per il 4 agosto, una data tutt’altro che casuale: è uno dei momenti più intensi dell’anno per le prenotazioni, e fermare il lavoro in quel giorno serve a far capire il peso di chi sta dietro alle quinte. I sindacati chiedono un confronto vero e soluzioni alternative, come la ricollocazione interna o l’uso di ammortizzatori sociali, ma finora la disponibilità al dialogo è stata scarsa.

Licenziamento
Licenziamento – pexels – salernosera

Ristrutturazione globale

Intanto, la ristrutturazione non riguarda solo l’Italia. In Olanda, sede principale europea, Booking.com ha annunciato il taglio del 10 % del personale, colpendo anche ruoli dirigenziali. L’obiettivo dichiarato è modernizzare i sistemi, semplificare i processi e puntare tutto sull’innovazione tecnologica, soprattutto nel campo dei pagamenti digitali e dell’IA generativa. Una scelta che segue la tendenza di gran parte del settore tech, dove l’automazione promette efficienza ma lascia dietro di sé migliaia di posti di lavoro cancellati.

Il paradosso è evidente: da una parte un’azienda che cresce e investe in nuove tecnologie, dall’altra persone con anni di esperienza che si trovano improvvisamente “non più necessarie”. In mezzo, una comunicazione interna percepita come poco trasparente e una cultura aziendale che, secondo molti, sta cambiando in peggio. Nei prossimi giorni sarà chiaro se la protesta riuscirà a far cambiare rotta o se l’automazione avrà la meglio, a scapito delle storie, delle competenze e del lavoro di chi ha contribuito a rendere Booking.com ciò che è oggi.