A Benevento è sorta una MINI ROMA e pochi ne sapevano dell’esistenza | Ci vai e ti accorgi che manca solo il Gianicolo

San Salvatore Telesino è uno di quei borghi che ti sorprendono, anche se magari non te lo aspetti.
Ti capita di arrivarci per caso, magari durante una gita nel Sannio, e finisci per chiederti: “Com’è possibile che non ne avessi mai sentito parlare prima?”. Eppure, questo piccolo paese campano racchiude secoli di storia, bellezza e spiritualità, quasi fosse un libro aperto da sfogliare lentamente, pagina dopo pagina.
Tutto inizia con Telesia, l’antica città romana poco distante, abbandonata nel corso del Medioevo a causa di scorrerie saracene, terremoti e pestilenze. È proprio da lì che provengono i monaci benedettini che, dopo il crollo della vecchia città, si stabilirono in una zona più sicura e fondarono un nuovo centro abitato: il “Casale di San Salvatore”. Il cuore pulsante di questa rinascita fu l’Abbazia benedettina, edificata tra il IX e il X secolo, che per secoli rappresentò un centro culturale e spirituale di grandissima importanza.
Passeggiando oggi per il borgo, si percepisce ancora quell’eco di spiritualità e di cultura. L’Abbazia, restaurata con cura, è una delle tappe più affascinanti. Qui, tra l’altro, ha soggiornato anche Sant’Anselmo d’Aosta, che proprio in questi ambienti scrisse la sua celebre opera “Cur Deus Homo”. Non è difficile immaginare il silenzio dei chiostri, i manoscritti sparsi su antichi tavoli di legno, e la voce del sapere che si tramandava tra le mura del monastero.
Salendo poi verso il colle, ci si imbatte nei resti della Rocca. Un tempo era una fortificazione importante, costruita nel XIII secolo dai Sanframondo. Oggi resta uno scheletro affascinante, da cui si gode una vista spettacolare su tutta la Valle Telesina. È come se il tempo qui si fosse fermato. Ogni pietra racconta qualcosa, e anche se la rocca ha perso la sua funzione difensiva, conserva intatto il suo potere evocativo.
Storia e natura si fondono tra di loro
Ma San Salvatore Telesino non è solo storia. C’è anche la natura, quella vera, che rigenera. Basta raggiungere il Parco del Rio Grassano per capire di cosa si parla. Le sorgenti d’acqua purissima, il verde intenso, i sentieri che si snodano tra alberi e ruscelli: è un piccolo paradiso, ideale per una giornata in famiglia, per un pic-nic, o semplicemente per ricaricare le batterie lontano dal caos.
E poi ci sono le tradizioni. A San Salvatore, le feste religiose come quella di San Leucio sono ancora molto sentite. La comunità si stringe, partecipa, condivide. E la cucina? Beh, anche quella ha il suo posto d’onore: tra dolci tradizionali come la torta di mele annurche e il miele d’acacia, o gli “struppoli” fritti, ogni assaggio è un pezzo di identità.
Un piccolo borgo, un’anima immensa
San Salvatore Telesino è così: un luogo che non si impone, ma si lascia scoprire con calma. È un intreccio di passato e presente, di sacro e quotidiano, che lascia il segno in chi ha voglia di ascoltarlo davvero.
Un piccolo borgo, forse, ma con un’anima immensa.