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Condominio, allarme rosso: amministratore moroso costretto a PAGARE MILIONI | Ecco cosa rischi se non ti difendi

Condominio
Condominio, più tutela per i condomini – pexels – salernosera

In condominio si litiga spesso, è quasi inevitabile. Ma quando a finire al centro dei problemi è l’amministratore stesso, la situazione si fa più seria.

Ed è proprio quello che è successo in una vicenda che, in queste settimane, ha fatto molto discutere e che potrebbe avere conseguenze importanti per tanti condomini in Italia.

Una recente sentenza del Tribunale di Nocera Inferiore, arrivata l’11 giugno 2025, ha stabilito che l’amministratore può essere chiamato a risarcire i condomini quando gestisce male il suo incarico. Non si parla quindi di semplici errori o dimenticanze veniali, ma di comportamenti gravi e ripetuti che danneggiano direttamente chi abita nel condominio.

In questo caso, l’amministratrice condominiale coinvolta non aveva fatto nulla per recuperare le quote non pagate da alcuni inquilini, aveva mantenuto dei fondi senza autorizzazione, non aveva consegnato i documenti contabili e, per finire, aveva continuato a percepire il compenso anche dopo essere stata revocata. Insomma, una gestione opaca, se non proprio disinvolta.

Il giudice non ha avuto dubbi: l’amministratrice non ha rispettato i suoi doveri e dovrà risarcire i condomini. La cifra non è stata ancora stabilita – verrà calcolata in una fase successiva – ma il principio è stato affermato con forza. E il messaggio è chiaro: chi amministra un condominio ha delle responsabilità ben precise e, se le ignora, ne risponde personalmente.

Una decisione ponderata

Questa decisione non arriva dal nulla. Già la Corte di Cassazione, in passato, aveva chiarito che l’amministratore ha l’obbligo di attivarsi rapidamente per recuperare le morosità, entro sei mesi dalla fine dell’esercizio. Se non lo fa, non basta dire che ha “mandato dei solleciti” o che “stava aspettando di parlarne in assemblea”. Deve muoversi, anche con azioni legali se necessario. E se il ritardo causa un danno economico al condominio, quei soldi possono – e devono – essere richiesti a lui.

È un principio di buon senso, in fondo. Se in un condominio ci sono spese da affrontare ma le quote non vengono versate, il danno lo subiscono tutti: si ritardano i lavori, si pagano penali, o peggio si finisce in causa con i fornitori. Se poi l’amministratore non solo non fa nulla per rimediare, ma nel frattempo si tiene i soldi o continua a riscuotere compensi senza titolo, allora il quadro si complica.

Legge
La legge punisce gli amministratori negligenti – pexels – salernosera

Una boccata d’aria fresca

Per i condomini questa sentenza è una boccata d’aria fresca. Troppo spesso ci si sente impotenti davanti a gestioni poco chiare o passività che sembrano croniche. Ora si sa che esistono strumenti per difendersi e far valere i propri diritti, anche con richieste di risarcimento. Ma serve partecipazione: l’assemblea deve essere coinvolta, informata, pronta ad agire se qualcosa non va.

E per gli amministratori questo episodio suona come un avviso importante: non basta raccogliere firme e convocare riunioni. Serve trasparenza, puntualità, rispetto delle regole e – soprattutto – dei condomini. Perché il ruolo dell’amministratore non è solo quello di un coordinatore, ma di un vero e proprio custode degli interessi comuni. E chi sbaglia, paga.