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Una vera schifezza | Gli esperti distruggono questo caffè: milioni di italiani lo bevono ogni giorno

Caffè
Caffè, occhio a cosa compri – pexels – salernosera

Chi beve caffè tutti i giorni sa bene quanto possa fare la differenza una buona miscela.

Eppure, capita spesso che proprio i marchi più famosi, quelli che vediamo ovunque sugli scaffali del supermercato o in pubblicità, siano tra i più deludenti in termini di qualità.

È quello che ha messo in luce recentemente un articolo pubblicato su EnergyCue, in cui gli esperti del settore hanno stroncato duramente un noto marchio di caffè, definendolo senza mezzi termini una “vera schifezza”.

A sorprendere non è tanto il giudizio negativo in sé, quanto il fatto che arrivi su un prodotto così diffuso. A quanto pare, la fama di un marchio non è più una garanzia di autenticità o di gusto. Secondo le analisi riportate nell’articolo, questo caffè si distingue per la bassa qualità della miscela, la tostatura eccessiva e una lavorazione che punta più al risparmio industriale che alla cura del sapore.

Il risultato è una tazzina piatta, amara, a volte persino con un retrogusto sgradevole. Un’esperienza ben lontana da quella che ci si aspetterebbe da un caffè italiano degno di questo nome.

Tutto fumo e niente arrosto

In molti casi, il prodotto sembra costruito più per piacere all’occhio – grazie a un packaging accattivante e una comunicazione efficace – che per soddisfare il palato. I chicchi usati spesso provengono da coltivazioni miste, senza una vera tracciabilità o certificazione, e vengono tostati in modo troppo aggressivo per coprire difetti di origine. Non è raro, anzi, che vengano aggiunti aromi artificiali per simulare una fragranza che in realtà non c’è. Il risultato è un caffè che, pur presentandosi bene, non regge il confronto con miscele più curate e meno pubblicizzate.

Questa non è un’opinione isolata. Da tempo anche altre testate e specialisti del settore lamentano un generale decadimento della qualità media del caffè venduto in Italia, specialmente nei bar e nei supermercati. Alcune inchieste hanno mostrato che persino chi lavora dietro al bancone spesso non conosce la composizione della miscela che serve ogni giorno ai clienti. E la clientela, abituata a un gusto scuro, forte ma privo di profondità, finisce per accettare questa mediocrità come fosse la norma.

caffettiera
Miscela di caffè – pexels – salernosera

Caffè pessimo

Anche sui social non mancano critiche pesanti. Molti consumatori esprimono la loro frustrazione, segnalando che la qualità del caffè in Italia non è affatto quella che si racconta all’estero. Non si contano i post che definiscono il caffè “pessimo”, “bruciato”, “tutto fumo e niente arrosto”, soprattutto quando si parla di marchi molto pubblicizzati. Alcuni utenti lamentano che persino un espresso preparato in casa, con caffè macinato fresco da torrefazioni artigianali, sia nettamente superiore a quello servito in tanti bar o venduto in confezioni glamour al supermercato.

Tutto questo porta a una semplice conclusione: per bere un buon caffè, non basta fidarsi della pubblicità. Anzi, spesso è proprio nei piccoli marchi, nelle miscele selezionate con cura e nella lavorazione artigianale che si nasconde la vera eccellenza. Se davvero amiamo il caffè, dovremmo imparare a riconoscerne l’aroma, la consistenza, il gusto naturale. E magari a lasciare sullo scaffale quei prodotti che, per quanto famosi, non ci restituiscono niente di ciò che una buona tazzina dovrebbe offrire.