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Tra Salerno e Avellino nasce il PAESE DELLA FELICITÀ | Tristezza? Parola sconosciuta: qui son tutti spensierati

Borgo
Borgo – pexels – salernosera

Rocca San Felice è uno di quei luoghi che sembrano sospesi nel tempo. Questo piccolo borgo di poco più di 800 abitanti conserva ancora intatto il fascino del Medioevo.

Le sue strade silenziose, le case in pietra, i vicoli stretti e curati parlano di un passato antico, fatto di storia, leggende e natura. Sorge a circa 750 metri di altitudine, in una posizione che un tempo aveva anche una precisa funzione strategica: qui, infatti, già nel IX secolo, il Ducato di Benevento decise di costruire una rocca per proteggere i propri confini. Da quel momento, il destino del paese si intrecciò con quello di famiglie nobili come i d’Aquino, i Caracciolo, i Reale e i Capobianco.

Il castello di Rocca San Felice domina ancora oggi il paese dall’alto. Pur essendo in parte in rovina, conserva il suo aspetto austero e misterioso. Si racconta che tra le sue mura fu rinchiuso Enrico VII, figlio di Federico II, e che nelle notti di luna piena lo spirito della moglie, Margherita d’Austria, vaghi tra le rovine alla sua ricerca. Una leggenda che aggiunge fascino a un luogo già carico di storia, restaurato negli anni Novanta e oggi aperto ai visitatori che desiderano perdersi tra mura antiche e scorci panoramici mozzafiato.

Il cuore del borgo è la piazza principale, dominata da un maestoso tiglio, simbolo di libertà piantato nel 1799 durante la rivoluzione napoletana. Accanto si trova una fontana settecentesca che impreziosisce il centro storico, da cui si diramano le viuzze che portano alla chiesa madre, alle cappelle e al castello. Passeggiare per Rocca San Felice è come camminare attraverso le pagine di un libro antico, dove ogni pietra racconta una storia.

La chiesa di Santa Maria Maggiore, ricostruita più volte nel corso dei secoli, custodisce al suo interno opere d’arte di notevole valore, come un altare settecentesco in stucco policromo e tele della scuola napoletana. Anche la cappella di Maria Santissima di Costantinopoli, costruita nel Seicento per ringraziare la Madonna durante un’epidemia, conserva un’atmosfera intensa, tra affreschi e tele antiche.

Il lago delle meraviglie

Ma è appena fuori dal borgo che si trova forse il luogo più affascinante e misterioso: la Valle d’Ansanto, dove si cela la Mefite. Si tratta di un laghetto sulfureo, ribollente di gas tossici e vapori che escono direttamente dal sottosuolo. Qui, già in epoca preromana, si praticavano riti in onore della dea Mefitis.

Virgilio stesso, nell’Eneide, lo citava come una delle porte dell’oltretomba. Oggi questo luogo conserva intatto il suo aspetto spettrale e surreale: niente vegetazione, solo acqua che bolle e una natura inquieta, che lascia senza parole.

Borgo
Borgo – pexels – salernosera

Un viaggio nella memoria

Nel piccolo Museo Civico, intitolato a don Nicola Gambino, parroco e appassionato promotore degli scavi locali, sono raccolti numerosi reperti ritrovati nella zona, testimonianza della lunga storia che lega l’uomo a questo territorio.

Rocca San Felice è un viaggio nella memoria, un luogo dove storia, mito e paesaggio si fondono in un’esperienza autentica. Un angolo d’Irpinia da scoprire con passo lento e occhi attenti, dove ogni silenzio sembra custodire un racconto da ascoltare.