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Ti bastano 200 euro e una scrittura privata per NON pagare più l’IMU | Non è magia, è legge

Casa
Casa – pexels – salernosera

Concedere l’uso della propria casa a un amico, a un parente o anche a un semplice conoscente è una pratica molto diffusa in Italia.

Magari si tratta di una seconda casa non utilizzata, oppure si vuole dare una mano a qualcuno in difficoltà senza chiedere un affitto. Fino a poco tempo fa, però, anche in questi casi il proprietario restava comunque tenuto a pagare l’IMU, l’Imposta Municipale sugli Immobili, pur non utilizzando direttamente la casa né ricavandone un reddito.

Ma oggi qualcosa è cambiato. Una recente pronuncia della Corte di Cassazione ha infatti introdotto una novità importante: non sempre è il proprietario a dover pagare l’IMU, se esiste un accordo formale in cui si trasferisce a un’altra persona il diritto di abitazione sull’immobile. In altre parole, se chi vive effettivamente nella casa lo fa in virtù di un diritto riconosciuto legalmente, sarà lui – e non il proprietario – a dover versare l’imposta.

È una svolta non da poco, che può alleggerire il carico fiscale per molti proprietari che, di fatto, hanno solo concesso gratuitamente l’uso di una casa. Ovviamente, tutto questo non avviene in automatico: servono alcuni passaggi chiari e documentabili. Prima di tutto, è necessaria una scrittura privata che formalizzi il passaggio del diritto di abitazione.

Non serve un atto notarile, ma il documento deve avere data certa: quindi, va registrato presso l’Agenzia delle Entrate. Questo passaggio comporta un costo fisso – in genere attorno ai 200 euro – ma è fondamentale per dare valore legale all’accordo.

La comunicazione è importante

Una volta registrato, il documento va anche comunicato al Comune dove si trova l’immobile. Questo è importante perché l’IMU è un’imposta gestita localmente: se il Comune non è al corrente del nuovo titolare del diritto di abitazione, continuerà a rivolgersi al proprietario per il pagamento dell’imposta. La comunicazione va fatta entro la fine dell’anno precedente a quello per cui si vuole ottenere l’esenzione. Quindi, per non pagare l’IMU nel 2026, bisogna completare tutta la procedura entro il 31 dicembre 2025.

Facciamo un esempio pratico. Immagina di avere una casa che non utilizzi e che decidi di prestare a tua sorella. Non le chiedi l’affitto, solo che ci viva e si prenda cura dell’abitazione. Se mettete tutto per iscritto, registrate l’accordo e lo comunicate al Comune, dal punto di vista fiscale sarà lei – come titolare del diritto di abitazione – a essere tenuta al pagamento dell’IMU.

Tasse
Tasse – pexels – salernosera

Maggiore equità

Questo nuovo orientamento della Cassazione porta maggiore equità: non è più il semplice fatto di “essere proprietari” a determinare l’obbligo fiscale, ma il reale uso del bene. E valorizza anche quelle situazioni in cui, per generosità o per necessità, si decide di offrire un tetto a qualcun altro, senza trarne profitto.

Naturalmente, tutto deve essere fatto in modo trasparente e formale. Senza scrittura registrata e senza comunicazione, il rischio è che il Comune continui a pretendere il pagamento da chi risulta proprietario, anche se non vive nell’immobile. Ma con qualche attenzione in più, oggi è possibile allineare finalmente la tassazione alla realtà dei fatti.