Home » È ufficiale: ti possono LICENZIARE per quello che posti su Instagram | Da oggi sono vietati anche i commenti

È ufficiale: ti possono LICENZIARE per quello che posti su Instagram | Da oggi sono vietati anche i commenti

Dipendente in malattia
Dipendente in malattia – pexels – salernosera

Da pochi giorni una sentenza della Corte d’Appello di Roma ha riportato all’attenzione pubblica un tema tanto attuale quanto sottovalutato

Pubblicare contenuti sui social durante un periodo di malattia può avere conseguenze molto serie, fino al licenziamento. Il caso che ha portato alla decisione riguardava un lavoratore in infortunio che, mentre risultava assente per malattia, pubblicava foto e video di sé in palestra.

Le immagini sono state ritenute incompatibili con lo stato di salute dichiarato e, per i giudici, questo comportamento ha rappresentato una violazione grave della fiducia nei confronti del datore di lavoro, giustificando il licenziamento.

La decisione della Corte è chiara: il lavoratore ha certamente diritto alla malattia e alla conservazione del posto, ma ciò non significa che possa comportarsi come se fosse in ferie. La malattia non è una zona franca e richiede coerenza tra la diagnosi medica e la condotta effettiva.

Se un dipendente dichiara di non poter lavorare per problemi fisici e poi pubblica sui social contenuti che mostrano attività fisiche intense, come allenamenti o viaggi, questo comportamento può mettere in discussione la sua buona fede e il rispetto degli obblighi contrattuali.

Correttezza e buona fede

Il principio alla base è quello della correttezza e della buona fede nei rapporti di lavoro, sanciti anche dal codice civile. Quando un lavoratore viene meno a questi doveri, anche in modo indiretto come tramite contenuti pubblici, può essere legittimamente sanzionato, fino alla risoluzione del contratto. Non è tanto il certificato medico a essere messo in discussione, ma l’incoerenza tra lo stato dichiarato e le azioni visibili a tutti, soprattutto quando queste ultime diventano prove facilmente accessibili.

Chi è in malattia deve seguire precise regole. Innanzitutto, deve comunicare tempestivamente la propria assenza e il numero di protocollo del certificato medico all’INPS. Inoltre, deve essere reperibile nelle fasce orarie previste e, soprattutto, non compiere attività che possano compromettere la guarigione o risultare palesemente in contrasto con la diagnosi. Andare in palestra, fare escursioni, partecipare a eventi mondani o spostarsi in altre città possono apparire come condotte inadeguate, e pubblicarle online peggiora notevolmente la posizione del dipendente.

Social media
Social media – depositphotos – salernosera

I social sono spazi pubblici

Molti dimenticano che i social network sono spazi pubblici. Anche se si pensa di condividere contenuti solo con “amici”, in realtà le informazioni possono facilmente arrivare al datore di lavoro o essere utilizzate in sede legale. In un mondo iperconnesso, basta poco per trasformare un post in una prova contro di sé.

È bene ricordare che anche in malattia il lavoratore resta legato al proprio dovere di lealtà verso l’azienda. L’apparente libertà di un periodo di assenza dal lavoro non giustifica comportamenti che possano danneggiare il rapporto fiduciario. Prevenire è sempre meglio: chi si trova in malattia dovrebbe evitare di condividere immagini o contenuti che possano essere fraintesi, e attenersi scrupolosamente alle prescrizioni mediche e agli obblighi contrattuali. Un comportamento prudente, anche online, è oggi parte integrante della responsabilità professionale.