Scoperta in Campania la vera ISOLA CHE NON C’È | Un vero spettacolo a cielo aperto, perfetta per chi odia il caos

Furore è uno di quei luoghi che sembrano usciti da un racconto, un angolo segreto della Costiera Amalfitana che sorprende per la sua bellezza selvaggia e per la sua unicità.
Non è il classico paese che ci si aspetta di trovare, con una piazza centrale e le case tutte intorno. Furore, infatti, è un borgo “sparso”, fatto di case arrampicate sulle pareti rocciose, incastonate tra le curve dei Monti Lattari e il blu profondo del mare.
Non ha un centro vero e proprio: ogni contrada, ogni stradina, ogni edificio racconta una storia diversa, in un paesaggio che sembra sospeso tra cielo e mare.
La prima cosa che colpisce arrivando a Furore è il Fiordo. Non si tratta di un vero fiordo in senso geologico, ma di una stretta insenatura scavata dal torrente Schiato, che termina in una minuscola spiaggia nascosta tra pareti verticali di roccia.
È uno spettacolo naturale mozzafiato, incorniciato da un ponte ad arco della Strada Statale Amalfitana che sovrasta il mare da oltre trenta metri d’altezza. Ogni anno, proprio da quel ponte, si svolge il MarMeeting, la spettacolare gara di tuffi da grandi altezze che attira atleti e visitatori da tutto il mondo.
Un luogo ricco di memoria
Ma il fiordo è anche un luogo ricco di memoria. Qui si trovano le vecchie case dei pescatori, chiamate monazzeni, e antichi mulini, oggi parte dell’Ecomuseo del Fiordo. Questo spazio museale all’aperto raccoglie la memoria storica e artigianale del borgo, dove un tempo si produceva carta, si lavorava la pietra e si viveva in simbiosi con la natura. E proprio qui, negli anni Cinquanta, il regista Roberto Rossellini ambientò uno dei suoi film più noti, L’Amore, con Anna Magnani, che si innamorò a tal punto del posto da acquistare una delle case usate per le riprese.
Passeggiare per Furore significa anche imbattersi in un museo a cielo aperto. I muri delle case, infatti, sono decorati da coloratissimi murales: opere d’arte che raccontano storie locali, personaggi del posto, scene di vita quotidiana. Questo progetto, iniziato negli anni Ottanta, ha trasformato il borgo in un “paese dipinto”, dove ogni angolo è una scoperta visiva.
Un’esperienza fuori dal tempo
La storia di Furore affonda le sue radici nei secoli. Il nome stesso, “Terra Furoris”, richiama il fragore delle onde che si infrangono impetuose contro le rocce del fiordo. In passato, il borgo era collegato ad Amalfi ed era conosciuto per le sue attività agricole e artigianali. Oggi, conserva ancora un forte legame con la sua identità, grazie anche agli abitanti che continuano a valorizzare la tradizione e a proteggere il paesaggio.
Visitare Furore significa vivere un’esperienza fuori dal tempo. Non è un luogo da attraversare in fretta, ma da scoprire con calma, magari in primavera o in autunno, quando il turismo è meno intenso e la natura esplode di colori e profumi. Che si arrivi a piedi, con un autobus o in auto lungo la tortuosa statale costiera, il borgo lascia sempre senza fiato. Perché Furore non è solo un posto: è un’emozione.