IMU, arriva il RIMBORSO, gli italiani stanno per ricevere indietro migliaia di euro | Ecco i documenti da preparare

Da luglio 2025, è possibile richiedere il rimborso dell’IMU versata in modo errato o non dovuta.
Una possibilità concreta che riguarda migliaia di persone, e che vale la pena approfondire, soprattutto se si sospetta di aver pagato più del dovuto o di non essere tenuti al versamento per situazioni particolari.
Non tutti sanno, infatti, che esistono diversi casi in cui si ha diritto alla restituzione dell’imposta. Alcuni esempi? Può capitare di aver commesso un errore nel calcolo, di aver pagato due volte per lo stesso immobile, oppure di aver sbagliato codice tributo o indicato un Comune diverso.
Oppure, situazioni più complesse come quella degli immobili occupati abusivamente, che da quest’anno rientrano tra i casi di esenzione, secondo quanto stabilito anche dalla Corte Costituzionale.
La procedura per chiedere il rimborso non è complicata, ma richiede un po’ di attenzione. Innanzitutto, bisogna verificare se si rientra nei cinque anni previsti dalla legge: è questo il tempo massimo entro cui è possibile presentare la domanda al proprio Comune. La scadenza si calcola a partire dalla data in cui è stato effettuato il pagamento o da quando si è venuti a conoscenza dell’errore.
La raccolta documentale
Una volta verificato questo dettaglio, è importante raccogliere tutti i documenti utili: ricevute dei versamenti (F24), visure catastali, eventuali comunicazioni precedenti al Comune e ogni prova utile a dimostrare che l’importo pagato era superiore al dovuto o non era dovuto affatto. Molti Comuni mettono a disposizione un modulo standard per la richiesta, spesso scaricabile dal sito ufficiale. Compilato e firmato, il modulo va consegnato di persona, via PEC o tramite raccomandata A/R.
Dopo l’invio, il Comune ha fino a 180 giorni di tempo per valutare la richiesta. Se tutto è in regola, procederà con il rimborso tramite bonifico bancario o altra modalità indicata. In caso contrario, può chiedere ulteriori chiarimenti o documenti integrativi.
Vari modi di compensazione
C’è anche la possibilità che il rimborso venga compensato con altri tributi locali eventualmente non pagati. Oppure che venga effettuato un “riversamento” nel caso in cui il pagamento sia finito, per errore, nelle casse di un altro Comune. Tutti meccanismi previsti dalla normativa vigente, che puntano a garantire una maggiore equità fiscale e a correggere eventuali storture.
Insomma, si tratta di un’occasione concreta per rientrare in possesso di somme magari versate per errore, e che possono fare la differenza, soprattutto in un momento economico ancora incerto per molte famiglie. Vale quindi la pena fare un controllo, anche con l’aiuto di un CAF, di un commercialista o direttamente rivolgendosi all’ufficio tributi del proprio Comune.