TARI, non ci cascare | Lo “slittamento” è una trappola, se paghi tardi, la multa da 600 euro ti devasta

Con l’estate che avanza e le famiglie già alle prese con ferie e organizzazione, torna puntuale anche la Tari, la tanto discussa tassa sui rifiuti.
In molti stanno ricevendo gli avvisi di pagamento, ma c’è parecchia confusione in giro, soprattutto per via di una convinzione errata: quella che si possa aspettare perché “tanto arriverà il bollettino” o “ci sarà una proroga”. Ecco, questa convinzione è pericolosa. Perché la verità è che le scadenze non slittano e chi non paga entro i termini rischia sanzioni tutt’altro che leggere.
Il punto fondamentale è che la Tari è una tassa in autoliquidazione. Questo significa che è il contribuente a doversi informare sulle date e a procedere con il pagamento, anche se – come spesso accade – il bollettino non arriva a casa. Molti pensano che, in assenza dell’avviso, il pagamento non sia dovuto o che comunque ci sia tempo. Ma non è così. Il Comune ha tutto il diritto di applicare sanzioni anche se il cittadino non ha ricevuto alcuna comunicazione.
A Roma, per esempio, la scadenza della rata unica è già passata (era il 31 maggio). Chi ha scelto il pagamento rateale dovrà invece rispettare due date precise: 31 agosto per l’acconto e 30 novembre per il saldo.
In altre città cambia tutto: a Milano, ad esempio, l’acconto scade il 10 luglio, mentre a Bologna si pagano due rate tra fine settembre e inizio dicembre. Insomma, non esiste una data unica nazionale: bisogna guardare bene il sito del proprio Comune e agire per tempo.
Il ritardo nel pagamento costa caro
Chi ritarda il pagamento, anche di pochi giorni, può trovarsi a pagare il 30% in più rispetto alla cifra originale. Certo, esiste la possibilità del cosiddetto “ravvedimento operoso”, che consente di ridurre le sanzioni se si regolarizza la propria posizione in tempi brevi, ma anche in quel caso bisogna essere rapidi: entro 14 o 30 giorni le multe sono ancora contenute, dopo si aggravano. Se passa troppo tempo, poi, il Comune può attivare la riscossione forzata, con cartelle esattoriali, pignoramenti o fermi amministrativi.
Una piccola nota positiva riguarda chi ha un reddito basso. In diversi Comuni esiste un bonus Tari che può ridurre la tassa anche del 25%, in base all’ISEE. Ma l’agevolazione non è automatica ovunque e, in molti casi, arriva tardi o si recupera solo l’anno successivo. Vale quindi sempre la pena informarsi per tempo e verificare se si ha diritto allo sconto.
Rispettare la scadenza
La verità, insomma, è semplice: la Tari si deve pagare entro la scadenza indicata, a prescindere dal fatto che il Comune invii o meno un promemoria. E chi aspetta troppo rischia di trovarsi con una “multa di fuoco”, come l’hanno definita alcuni giornali. Meglio non rischiare: basta un rapido controllo sul sito del proprio Comune per evitare problemi.
Non si tratta solo di rispettare una scadenza, ma di non aggiungere altri costi a una tassa che, già di per sé, pesa abbastanza.