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Napoli umiliata di brutto, il vero PAESE DELLA PIZZA è solo uno | Gli esperti sono d’accordo, questa è divina

Pizza Margherita
Pizza Margherita – Salernosera

C’è qualcosa di speciale nel mangiare una pizza in un borgo italiano. Non è solo questione di gusto: è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi.

Camminare tra vicoli di pietra, sentire il profumo del forno a legna che si mescola all’aria pulita, sedersi in una piazzetta circondata da edifici secolari e gustare un impasto che racconta una storia. Sempre più spesso, infatti, la pizza più buona non si trova nei grandi centri urbani, ma nei piccoli paesi, dove la tradizione incontra la passione per la qualità e l’innovazione.

Molti di questi borghi sembrano usciti da una cartolina. Alcuni si arrampicano su colline verdissime, altri affacciano sul mare, altri ancora si nascondono tra i boschi. Qui, la pizza viene preparata in locali che un tempo erano frantoi, case contadine o vecchie cantine: spazi trasformati in ristoranti curati nei minimi dettagli, dove ogni elemento – dall’arredo all’illuminazione – contribuisce a creare un’atmosfera intima e accogliente.

La differenza la fanno anche gli impasti. Non si tratta più della semplice farina 00 e lievito di birra. Le nuove pizzerie di borgo usano farine di grani antichi, spesso macinate a pietra, e lievitazioni lunghe – fino a 48 ore – con lievito madre. Il risultato è una pizza leggera, digeribile, con un cornicione soffice e profumato, perfetta da gustare lentamente, magari accompagnata da un bicchiere di vino locale.

E che dire degli ingredienti? La scelta cade su prodotti a chilometro zero: pomodori coltivati negli orti vicini, formaggi artigianali, salumi preparati secondo le ricette di una volta, verdure spontanee raccolte nei campi.

Spesso si trovano combinazioni sorprendenti: tartufo fresco, porchetta fatta in casa, burrata affumicata, datterini gialli, e anche pizze stagionali con castagne, funghi o erbe selvatiche. L’attenzione alla qualità si accompagna a una forte volontà di raccontare il territorio attraverso i sapori.

Le pizzerie da Gambero Rosso

Non sorprende quindi che molte di queste pizzerie di provincia abbiano ottenuto riconoscimenti importanti da guide come 50 Top Pizza o Gambero Rosso. Locali poco noti al grande pubblico, magari nascosti in minuscoli centri abitati, sono oggi apprezzati da esperti del settore e amanti della buona cucina. Alcuni sono diventati mete gastronomiche vere e proprie, dove si arriva apposta per provare una pizza diversa da tutte le altre.

Mangiare una pizza in un borgo, però, non è solo questione di cibo. È un’esperienza completa. Dopo una passeggiata tra le case in pietra o una visita a un castello medievale, ci si ferma in una piazzetta illuminata da lanterne, ci si siede a un tavolo di legno, e ci si prende il tempo per gustare ogni boccone. È un modo per rallentare, per vivere il momento, per scoprire un’Italia autentica e meravigliosa.

Forno a legna
Forno a legna – pexels – salernosera

Tra i vicoli di un borgo antico si trova la pizza più buona

In fondo, la pizza più buona d’Italia non è solo quella con l’impasto perfetto o gli ingredienti più pregiati. È quella che si mangia nel posto giusto, con le persone giuste, dove ogni morso racconta una storia.

E oggi, sempre più spesso, quella storia si trova nascosta tra i vicoli di un borgo antico.