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Patente revocata a 67 anni, migliaia di persone rischiano di restare a piedi da un giorno all’altro | In Campania cresce la tensione

Patente di guida
Patente di guida: cambiano le norme per il rinnovo – pexels – salernosera

Dal dicembre 2024 in Italia è entrata in vigore una nuova regola che ha scatenato un acceso dibattito: superati i 67 anni, la patente di guida non può più essere rinnovata.

Nemmeno se una persona è in perfetta salute, pienamente lucida e in grado di guidare meglio di tanti più giovani. È una decisione netta, che arriva dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini, e che si propone, almeno nelle intenzioni, di aumentare la sicurezza stradale.

Secondo quanto dichiarato dal ministro, il provvedimento nasce dall’esigenza di ridurre il rischio di incidenti, soprattutto quelli legati a riflessi rallentati, problemi alla vista o altri limiti legati all’età. Tuttavia, c’è chi si chiede se sia davvero giusto stabilire un limite rigido, senza nemmeno considerare lo stato di salute individuale. Perché, insomma, una persona di 68 o 70 anni, ancora perfettamente autonoma e reattiva, dovrebbe vedersi togliere il diritto di guidare solo per aver superato una certa soglia anagrafica?

Fino a poco tempo fa, la legge italiana prevedeva già un sistema progressivo: la patente B – quella per auto e moto – si rinnovava ogni dieci anni fino ai 50 anni, poi ogni cinque fino ai 70, ogni tre fino agli 80 e infine ogni due anni. Le patenti professionali, come quelle per autobus o camion, già da tempo prevedevano la revoca automatica al compimento dei 68 anni. Ma ora questa logica è stata estesa anche a chi guida solo la propria auto, magari per andare a fare la spesa o accompagnare i nipoti a scuola.

Quello che più colpisce è la mancanza di eccezioni. Nessuna visita medica potrà dare un parere favorevole, nessun esame psicofisico potrà “riabilitare” l’idoneità alla guida di una persona over 67. Di fatto, al compimento del 68º anno di età, si è costretti a dire addio alla patente. Non importa se si ha una mente brillante, riflessi pronti o una vista perfetta: la legge non prevede spazio per valutazioni individuali.

Una contestazione aperta

Ed è proprio questo uno degli aspetti più contestati: l’essere umano non è un numero, e non tutti gli anziani sono uguali. In altri Paesi europei, come la Spagna o l’Olanda, si è scelto un approccio diverso. Si punta più sul controllo regolare delle capacità psicofisiche, invece che su un limite d’età fisso e invalicabile. Da noi, invece, la scelta è stata quella del taglio netto.

Certo, non si può ignorare che l’età possa comportare una riduzione naturale delle capacità di reazione, della vista o dell’udito. Ma tanti anziani italiani, ancora perfettamente autosufficienti, si sentono ora penalizzati da una norma che li esclude a prescindere. Per molti di loro, l’auto non è solo un mezzo di trasporto, ma anche un simbolo di libertà, autonomia e dignità.

Anziani
Anziani: a rischio il rinnovo patente – pexels – salernosera

Tante domande e ancora nessuna risposta certa

La nuova regola ha sollevato molte domande: davvero il modo migliore per garantire la sicurezza è imporre un limite anagrafico così rigido? Non sarebbe più equo valutare caso per caso, magari attraverso controlli più frequenti ma mirati, invece che privare migliaia di persone della possibilità di continuare a guidare, indipendentemente dalle loro reali condizioni?

Per ora, la legge non lascia margini di scelta. Ma il dibattito è tutt’altro che chiuso.