Facebook DICE STOP | Se sei nato prima del 2000 preparati a chiudere l’account, purtroppo è la fine di un’era

Un cambiamento epocale divide gli utenti del più celebre social media: ecco cosa si dice sul web a proposito della lotta tra generazioni che imperversa su Facebook.
Facebook non è più il territorio neutro e lo spazio di condivisione universale che ci si auspicava diventasse: oggi rappresenta sempre di più un campo minato generazionale.
A renderlo evidente è il crescente disagio, che a volte si tramuta in scontro, che serpeggia tra utenti di fasce d’età diverse.
Se da un lato i più giovani migrano verso altre piattaforme, dall’altro chi è nato prima del 2000 continua a considerare Facebook un punto di riferimento.
Questo ha creato una sorta di frattura culturale all’interno della stessa piattaforma: qui la convivenza tra generazioni digitalmente distanti alimenta ironie e critiche.
Nuove generazioni e Boomer: esplode lo scontro generazionale sui social media
La scintilla più recente è partita da X, l’ex Twitter, dove un’utente ha scritto: “Ai sessantenni dovrebbe essere vietato registrarsi su Facebook. #fakeaccountistheway”. Questa frase apparentemente lanciata sul web con tono scherzoso ha avuto l’effetto immediato di una miccia e ha subito spaccato l’opinione pubblica online. Da un lato c’è chi ha colto la battuta come un modo per ridere delle abitudini digitali altrui, dall’altro c’è, invece, chi ha letto in quel commento una discriminazione anagrafica mascherata da sarcasmo.
La viralità del post, ripreso e commentato da migliaia di utenti, e riportato anche da EnergyCue.it, ha riportato al centro dell’attenzione la questione dell’uso consapevole dei social. Si dibatte, inoltre, anche del modo in cui le piattaforme vengono percepite in base all’età. Non si tratta solo di gusti o preferenze, ma di linguaggi, aspettative e stili comunicativi che non sempre riescono a dialogare tra loro, proprio come accade spesso tra generazioni.
Limiti di accesso a Facebook in base all’età: quali sono quelli attualmente in vigore
Mentre le polemiche online si concentrano sugli over 60, nella realtà normativa il focus resta sull’accesso dei più giovani. In Italia, per legge, è possibile registrarsi autonomamente ai social solo a partire dai 14 anni. In alternativa è sempre necessario il consenso dei genitori. Il punto centrale non è l’età anagrafica in sé, ma la capacità di comprendere e accettare il trattamento dei propri dati personali.
Il problema, però, nasce dal fatto che molte piattaforme si basano solo sull’autocertificazione. In questo modo il controllo è difficile da applicare. In attesa di strumenti più efficaci, il dibattito continua: non solo sui limiti anagrafici, ma anche sulla reale compatibilità tra generazioni che vivono il web in modi radicalmente diversi.