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Addio Gratta e Vinci, ti controllano il codice fiscale e ti cacciano fuori | In Campania scatta l’allarme: la legge non perdona

Slot machine
Gioco d’azzardo: abolire tutto? – pexels – salernosera

C’è un’idea che sta iniziando a circolare con sempre più insistenza, e che a prima vista sembra quasi estrema: abolire del tutto le slot machine e i Gratta e Vinci.

Niente più luci lampeggianti nei bar, né bigliettini colorati da grattare alla tabaccheria. Fine. Stop. Basta. A rilanciarla è stato un articolo pubblicato da Financecue ad aprile 2025, che mette al centro una provocazione: e se davvero togliessimo di mezzo i principali strumenti che alimentano il gioco d’azzardo quotidiano? Perché, diciamocelo chiaramente, dietro a un passatempo apparentemente innocuo si nasconde spesso un abisso.

Il problema non è il gioco in sé, ma quanto è facile perdercisi. Slot e Gratta e Vinci sono ovunque: nei bar, nei centri scommesse, nelle aree di servizio. Costano poco, promettono tanto e regalano quella sensazione di “quasi vittoria” che ti fa dire: “ancora una”. È proprio questa accessibilità estrema, unita alla meccanica veloce e automatica del gioco, che li rende tra i più pericolosi. E infatti, per molti, non sono un passatempo, ma una vera dipendenza.

Parliamo di migliaia di persone ogni anno che finiscono nei guai: soldi bruciati, famiglie spaccate, vite rovinate. Eppure lo Stato continua a guadagnarci — e non poco. Secondo le stime più recenti, gli italiani hanno speso oltre 160 miliardi di euro nel gioco d’azzardo nel 2024. Una cifra spaventosa.

L’idea dell’abolizione totale è radicale, non c’è dubbio. Ma forse proprio per questo merita attenzione. Immaginate un’Italia dove non sia più possibile “giocare” con una moneta da 1 euro nel giro di dieci secondi. Dove non si possa più gratta-e-vincere compulsivamente, magari con il resto del caffè.

Soluzioni alternative meno drastiche

Certo, ci sono anche proposte meno drastiche: ad esempio, far sì che ogni giocatore debba usare il codice fiscale per accedere al gioco, così da tenere sotto controllo chi spende troppo. O fissare un tetto settimanale di 10 euro per persona. Idee che, se applicate davvero, potrebbero già fare una grande differenza.

Ma allora perché non si fa? La risposta non è così semplice. Per prima cosa, perché il gioco d’azzardo porta soldi. Tanti soldi. Alle casse dello Stato, ai gestori, a tutto l’indotto. E poi c’è il rischio che, togliendo il gioco legale, si apra la porta a un mercato nero pericoloso e incontrollabile.

Gioco d'azzardo
Gioco d’azzardo, bisogna saperlo gestire – pexels – salernosera

Occorrono scelte coraggiose

Eppure, è anche vero che oggi come oggi servono scelte coraggiose. Non possiamo più ignorare il fatto che il gioco d’azzardo, soprattutto quello “veloce e tascabile”, è diventato una vera piaga sociale. Servono alternative, serve educazione, ma forse serve anche una scossa.

Abolire slot e Gratta e Vinci può sembrare una follia. Ma forse è una di quelle follie che ci costringe a guardare in faccia la realtà. Una provocazione utile, che apre un dibattito necessario: quanto vale davvero la salute mentale e finanziaria delle persone rispetto alle entrate dello Stato? Forse non bisogna abolire tutto. Ma cominciare a cambiare, sì. E in fretta.