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Il MERCATO più BELLO d’Italia si trova solo a Salerno | C’è gente che viene da Oslo e non va più via, si fanno solo grandi affari

Borgo
Borgo – pexels – salernosera

Mercato San Severino è uno di quei posti che magari non balzano subito all’occhio che una volta scoperti, lasciano davvero il segno.

Situato in provincia di Salerno, questo comune si estende tra dolci colline e tratti pianeggianti, con il torrente Solofrana che lo attraversa tranquillo. Già il panorama promette bene, ma la vera ricchezza è nascosta tra le sue pietre antiche, i vicoli del centro e il profumo della tradizione.

La sua storia è lunga e affascinante. In epoca romana e longobarda era conosciuto con il nome di Rota, ed era un luogo di passaggio e di pedaggi. Poi, nel corso del Medioevo, prese forma l’identità di San Severino, in onore del santo vescovo molto venerato da queste parti. E con il tempo, proprio per la sua funzione di snodo commerciale, si aggiunse il termine “Mercato”. Così, nel 1864, arrivò il nome che conosciamo oggi: Mercato San Severino.

Il vero cuore del paese è il castello, un’imponente fortezza che domina il paesaggio dall’alto. È uno di quei posti che basta vederli per sentire il peso della storia. Fondato dopo il 1067 da Turgisio Sanseverino, è stato ampliato e rinforzato durante le dominazioni angioina e aragonese. Camminare tra le sue mura, passare sotto le torri e guardare verso la valle dà l’impressione di tornare indietro nel tempo. E per chi ama i dettagli, c’è anche un piccolo museo – il MIMU – che raccoglie oggetti e reperti ritrovati proprio lì attorno.

Ma non è solo storia militare. Anche l’arte sacra ha lasciato tracce importanti. La chiesa di San Giovanni in Parco, costruita nel 1466 insieme a un convento domenicano, è una tappa obbligata. Affreschi, maioliche e monumenti funebri raccontano di una fede vissuta intensamente, ma anche di una grande raffinatezza artistica.

Un intreccio di epoche

Il centro di Mercato San Severino è un piacevole intreccio di epoche. C’è la parte storica, con vicoletti suggestivi come via degli Orefici o piazza Dante, e poi c’è la zona moderna, cresciuta soprattutto dopo la guerra. È una cittadina viva, ben collegata – con stazione ferroviaria e svincoli autostradali – e questo la rende perfetta sia per chi ci vive, sia per chi vuole esplorarla da turista curioso.

E a proposito di turismo, le colline attorno al paese sono ideali per chi ama passeggiare nella natura. Sentieri panoramici, boschi silenziosi, scorci che sembrano usciti da una cartolina. Insomma, anche se non sei un esperto di escursionismo, vale la pena mettersi in cammino.

Babà
Babà – pexels – salernosera

La cultura enogastronomica ha il suo peso

Poi, naturalmente, c’è la cucina. Perché siamo in Campania, e qui si mangia bene ovunque. Dai piatti tipici della tradizione contadina fino al dolce finale – magari un bel babà o una delizia al limone – ogni pasto è un piccolo evento. E se cerchi un posto dove fermarti a dormire, non mancano B&B e agriturismi immersi nel verde, perfetti per staccare la spina.

In fondo, Mercato San Severino è così: un po’ nascosto, forse sottovalutato, ma ricco di storia, bellezza e autenticità. Un angolo di Campania che merita di essere riscoperto.