INPS cambia le regole da un giorno all’altro: NASpI 2025 irraggiungibile per migliaia in Campania | Scatta la rivolta

Bufera sull’INPS per la mancata indennità per la NASpI 2025 per migliaia di cittadini campani. Scatta la rivolta.
La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego sta creando non pochi disguidi per migliaia di cittadini, tutti quelli che devono, o dovrebbero, percepire l’indennità di disoccupazione destinata ai lavoratori subordinati che perdono involontariamente il proprio lavoro. Come mai?
Perchè la NASpl è stata oggetto di importanti modifiche a partire dal nuovo anno. Introdotto dalla legge di Bilancio 2025, quel sussidio economico mensile che spetta ai lavoratori dipendenti (sia del settore privato che pubblico, con contratto a tempo determinato o indeterminato), agli apprendisti, ai soci lavoratori di cooperative e al personale artistico con contratto subordinato che perdono involontariamente il lavoro, ha apportato una stretta sui requisiti. Perché?
Perché nelle intenzioni del Governo mira a prevenire abusi e a garantire un sostegno economico più mirato. L’INPS, con la recente circolare n. 98 del 5 giugno 2025, ha fornito i chiarimenti necessari per comprendere le novità. Ma, a quanto pare non tutti hanno accettato le novità apportate dal nuovo anno.
La principale modifica introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 riguarda un nuovo requisito contributivo per coloro che si ritrovano in stato di disoccupazione involontaria a partire dall’anno corrente.
Cosa sta cambiando
Mentre il requisito base delle 13 settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione rimane invariato, la vera novità si applica in un caso specifico: se il lavoratore ha dato le dimissioni da un precedente rapporto di lavoro e successivamente ha trovato una nuova occupazione.
Quindi, per accedere alla NASpI dopo la perdita involontaria di quest’ultimo impiego, dovrà aver maturato almeno 13 settimane di contributi nel nuovo rapporto di lavoro. Questo requisito è valido se la cessazione involontaria avviene entro 12 mesi dalle dimissioni dal rapporto precedente. Un esempio pratico: un lavoratore si dimette volontariamente in questo 2025, trova un nuovo lavoro ma viene licenziato dopo tre mesi. Ebbene, non avendo maturato le 13 settimane di contribuzione nel nuovo impiego, non potrà accedere alla NASpI. Apriti cielo.
Le eccezioni che confermano la regola
Ci sono delle eccezioni, però, a questa stretta. La modifica alla NASpl non si applica in caso di dimissioni per giusta causa, per quelle intervenute nel periodo tutelato di maternità o paternità, risoluzioni consensuali nell’ambito di una procedura di conciliazione: prevista dall’articolo 7 della Legge n. 604/1966. Non solo.
Nessun giro di vite sulle risoluzioni consensuali a seguito del rifiuto da parte del lavoratore a un ipotetico trasferimento ad altra sede, distante 50 km dalla residenza o raggiungibile all’incirca in 80 minuti con i mezzi pubblici. Per tutto il resto c’è la stretta, che coinvolge migliaia di cittadini, molti residenti in Campania. Da qui l’inevitabile bufera.