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In provincia di Napoli sorge il BORGO DEL MAUSOLEO | Sembra di essere a Ravenna e invece s’intravede il Vesuvio

Piramide
La Fèscina ricorda le piramidi egizie – pexels – salernosera

Passeggiando per Quarto, in provincia di Napoli, si può rimanere sorpresi da una struttura dall’aspetto insolito, che spunta tra l’erba come un antico enigma.

Si tratta della Fèscina, un mausoleo romano a cuspide piramidale, unico nel suo genere in tutta la Campania. A prima vista, sembra quasi un grande cesto capovolto, ed è proprio da questa somiglianza che nasce il suo nome: nel dialetto locale, infatti, “fèscina” significa proprio contenitore o cesto intrecciato.

Per secoli, la gente del posto ha creduto che fosse un ricovero agricolo, una sorta di deposito per attrezzi. Solo negli anni ’70 si è compreso il suo vero valore storico, grazie all’intervento del Gruppo Archeologico Napoletano, che avviò gli scavi e svelò la sua natura funeraria.

La Fèscina si trova in un’area che in epoca romana era attraversata dalla via per Capua e Puteoli, e proprio lungo questo antico asse viario si sviluppava una necropoli importante. L’intero complesso, infatti, comprende non solo il mausoleo, ma anche una serie di sepolture, camere sotterranee per le cremazioni, e persino un triclinio funerario all’aperto, dove si consumavano i banchetti in onore dei defunti. Il mausoleo in sé ha una pianta esagonale e si sviluppa su tre livelli, con una base ipogea, un corpo cilindrico centrale e una cuspide piramidale che lo rende immediatamente riconoscibile.

Torna in auge la Fèscina

L’interno del mausoleo è altrettanto interessante: sono state individuate undici nicchie semicircolari e tre letti funerari, utilizzati probabilmente per la deposizione delle urne cinerarie. Tutti questi elementi fanno pensare a una struttura destinata non a una singola persona, ma a un gruppo – forse una famiglia aristocratica, o un collegio funerario, ossia una confraternita che gestiva i riti funebri per i suoi membri. La datazione del monumento risale al I secolo a.C. – I secolo d.C., un periodo in cui l’architettura romana iniziava ad aprirsi a influenze orientali. Non è un caso, quindi, che la forma della Fèscina ricordi altre strutture funerarie dell’Egitto o del Medio Oriente.

Nel tempo, questo piccolo tesoro archeologico è tornato al centro dell’attenzione. Nel 2020 è stato inserito tra i “Luoghi del Cuore” del FAI, la Fondazione Ambiente Italiano, raccogliendo migliaia di voti da cittadini e appassionati. Questo ha permesso di avviare un importante progetto di restauro e valorizzazione, grazie anche al sostegno di Intesa Sanpaolo.

Oggi la Fèscina è visitabile e rappresenta un vero e proprio simbolo identitario per Quarto, che attraverso questo monumento riscopre le proprie radici e il proprio legame con la storia millenaria dei Campi Flegrei.

Vulcano
Quarto ha un forte legame coi Campi Flegrei – pexels – salernosera

Un mausoleo solenne e silenzioso

Visitare la Fèscina significa non solo ammirare un’opera architettonica fuori dal comune, ma anche riflettere su come i riti della morte raccontino molto della vita di una civiltà.

Questo mausoleo, silenzioso e solenne, continua a parlare a chi lo osserva, testimone di un mondo antico che, proprio qui, è ancora profondamente presente.