Produzione castanicola in Campania: il pericolo cinipide è sempre più concreto
Coldiretti Salerno ha ravvisato i produttori del serio rischio legato alla cinipide. Le contromosse da parte della federazione provinciale
La produzione delle castagne in Campania è in serio pericolo per via dell’allarme cinipide. L’avviso come riporta salernotoday.it è stato diramato da Coldiretti Salerno, che chiaramente è già al lavoro per cercare di scongiurare scenari peggiori.
La segnalazione riguarda quindi anche la provincia di Salerno in particolare nei territori di Futani, Roccadaspide, Petina, Felitto, Castel San Lorenzo, Castiglione dei Genovesi, Montecorvino Rovella, Giffoni Valle Piane e Giffoni sei Casali.
Per effetto di ciò la federazione provinciale di Coldiretti presieduta da Ettore Bellelli e guidata dal direttore Enzo Tropiano ha chiesto un incontro all’assessore all’Agricoltura della Regione Campania e ai sindaci dei comuni maggiormente affetti da questo spiacevole inconveniente.
L’obiettivo è avviare un tavolo per monitorare la situazione ed agire in tempo. Prima di andare a vedere quali potrebbero essere gli scenari, andiamo prima a comprendere la natura di questo pericoloso nemico.
Cosa è la cinipide e quali conseguenze può portare
Il cinipide del castagno o cinipide galligeno del castagno o vespa del castagno è un insetto che induce alla comparsa di ingrossamenti tondeggianti detta galle sui germogli e foglie delle piante colpite nei quali la sua larva compie il suo intero ciclo vitale.
Il castagno è tra le sue principali prede. In generale è considerato come l’insetto più nocivo del mondo per via del velocissimo deperimento delle piante che attacca. Nato in Asia (per l’esattezza in Cina) è arrivato in Italia nei primi anni 2000 e da allora ha fatto registrare diversi danni. In virtù di ciò è facile comprendere la più che lecita preoccupazione di chi produce e delle associazioni di categoria.
Le contromisure per salvaguardare il raccolto
Tornando al tavolo di discussione sarà fondamentale la presenza degli Enti Scientifici. Su tutti quelli delle Università in modo da poter aiutare i produttori tramite dei percorsi formativi a mettere in atto delle pratiche agricole volte a salvaguardare il raccolto.
Al contempo deve essere un percorso in grado di fornire risposte in tempi rapidi visto che in autunno come ogni anno le castagne saranno mature e pronte per la raccolta. Non resta che essere fiduciosi visto che il problema sembra essere stato preso per tempo. Ne va delle qualità del prodotto, che altrimenti deve per forza di cose essere importato da altri territori. Il che sarebbe davvero triste per la nostra regione.