Home » Appena ritrovato un NUOVO ISOLOTTO nella splendida Campania | Gli abitanti gridano al miracolo e i turisti piangono di gioia

Appena ritrovato un NUOVO ISOLOTTO nella splendida Campania | Gli abitanti gridano al miracolo e i turisti piangono di gioia

Isolotto
Isolotto di San Martino: pronto al rilancio – pexels – salernosera

C’è un piccolo scoglio, poco lontano dalla costa di Monte di Procida, che sembra uscito da una leggenda.

L’Isolotto di San Martino è uno di quei luoghi che a prima vista sembrano insignificanti, eppure basta grattare la superficie – o salire in barca e avvicinarsi – per sentire l’eco di storie antiche, guerre, canzoni d’estate e sogni naufragati.

Oggi l’isolotto è inaccessibile, il pontile è crollato e la galleria che lo collegava alla terraferma è chiusa da anni. Ma c’è stato un tempo in cui questo piccolo lembo di terra – poco più di un ettaro e mezzo – era vivo, frequentato, perfino festaiolo.

Tutto comincia nel lontano 1488, quando un violento evento sismico, probabilmente un maremoto, stacca questo pezzo di costa dal promontorio principale. Sullo sperone c’era una chiesetta dedicata a San Martino di Tours, che diede poi il nome allo scoglio. Della chiesa oggi non resta nulla, ma la memoria del santo è sopravvissuta nel nome e nei racconti tramandati tra i pescatori.

Per secoli, San Martino è stato un punto di riferimento per la pesca. I procidani vi allestivano una tonnara, e successivamente lo scoglio fu sfruttato come cava di tufo e pozzolana: si scava, si taglia, si modella, e in pochi decenni l’isola perde ben 16 metri di altezza. Il mare, paziente, continua ad accarezzare le sue ferite.

Non solo guerra

Poi arrivano gli anni della guerra. Nel 1917 l’isolotto entra a far parte delle attività militari del silurificio di Baia, e diventa una base per il collaudo dei siluri. Si costruiscono strutture in cemento armato, una torre, e – cosa incredibile – anche una galleria sottomarina lunga 3 chilometri. Il collegamento con la terraferma è un’opera ingegneristica d’avanguardia per l’epoca. Ma la guerra lascia sempre cicatrici: i tedeschi, in ritirata, minano la galleria e il pontile, danneggiandoli irrimediabilmente.

Eppure, San Martino non è solo guerra. Negli anni ’60 conosce la sua dolce vita. Un imprenditore locale ottiene la concessione e lo trasforma in un piccolo paradiso: stabilimenti balneari, ristorantini, una discoteca. I racconti degli anziani parlano di serate magiche, di musica di Mina e Peppino di Capri che si spandeva tra le rocce, di tramonti indimenticabili. Era il tempo in cui Monte di Procida sembrava avere un piede nella realtà e uno in un sogno estivo.

Mare mosso
Una mareggiata ha distrutto l’isolotto – pexels – salernosera

Il progetto di rilancio

Poi, lentamente, il silenzio. Il degrado, l’abbandono. Nel 2017 una mareggiata spazza via quel che resta del pontile. Nel 2019 crolla anche ciò che ne rimaneva. E l’Isolotto di San Martino torna a essere solo un ricordo, visibile ma irraggiungibile.

Ma non tutto è perduto. Il Comune di Monte di Procida ha inserito l’isolotto in un progetto di rilancio: si parla di turismo sostenibile, di tutela ambientale, di recupero. È stato lanciato anche un concorso di idee per immaginarne il futuro. Niente progetti imposti, ma spazio alla creatività, alla partecipazione.