Campania in allarme | Sembrava un semplice messaggio di allerta, invece era una TRUFFA ASSURDA da 1.700 euro
Negli ultimi mesi, sempre più persone stanno diventando vittime di una nuova ondata di truffe che si diffondono tramite SMS e telefonate.
Questi messaggi, apparentemente inviati dalla banca o da enti ufficiali, hanno l’obiettivo di ingannare il destinatario per ottenere informazioni sensibili o convincerlo a compiere azioni che mettono a rischio i propri risparmi. Un caso recente ha visto protagonista un cittadino di Reggio Emilia, che ha perso ben 1.700 euro in pochi minuti dopo aver risposto a un messaggio ingannevole. Ma come funziona questa truffa e come possiamo proteggerci?
La modalità più comune è quella del cosiddetto “vishing”, ovvero il phishing telefonico. Il truffatore invia un SMS o effettua una chiamata fingendosi un operatore della banca, avvertendo la vittima di un tentativo sospetto di pagamento o di un problema urgente sul conto corrente. Nel messaggio è indicato un numero di telefono “verde” o apparentemente ufficiale da chiamare immediatamente. Chi risponde si ritrova a parlare con persone che si presentano come addetti al servizio clienti, ma in realtà sono criminali pronti a carpire dati personali come password, codici PIN, numeri di carte di credito o credenziali di accesso all’home banking.
Questi numeri spesso non sono quelli veri della banca, ma sono mascherati tramite tecniche chiamate “caller ID spoofing”. Questa tecnologia permette al truffatore di far apparire la chiamata come proveniente da un numero affidabile, confondendo ulteriormente la vittima. Alcuni di questi numeri hanno prefissi internazionali riconoscibili e associati spesso a frodi, come +44 (Regno Unito), +53 (Cuba), +216 (Tunisia), +218 (Libia), +255 (Tanzania), +371 (Lettonia) e +383 (Kosovo).
La situazione è preoccupante perché spesso le persone, spaventate dal messaggio o dalla telefonata, cedono alle richieste e forniscono informazioni sensibili, dando così il via libera ai truffatori per svuotare i loro conti in brevissimo tempo. Fortunatamente, nel caso specifico di Reggio Emilia, grazie all’intervento dell’associazione Confconsumatori, la vittima è riuscita a ottenere un rimborso di quanto sottratto. Ma questa non è la regola: spesso i truffati rimangono senza i propri soldi, soprattutto quando hanno fornito volontariamente dati e codici.
Mai rispondere a numeri sospetti o sconosciuti
Per difendersi da queste truffe è essenziale adottare alcune semplici ma fondamentali precauzioni. Prima di tutto, non bisogna mai rispondere a numeri sospetti o richiamare numeri che non si conoscono, specialmente se si ricevono SMS o messaggi che chiedono di confermare dati personali o bloccare operazioni. In caso di dubbio, è sempre meglio contattare la propria banca tramite i canali ufficiali indicati sul sito o sui documenti ricevuti in precedenza.
È importante ricordare che le banche non chiedono mai di comunicare codici, password o PIN tramite messaggi o telefonate non sollecitate. Qualsiasi richiesta in tal senso deve far suonare un campanello d’allarme. Inoltre, è consigliabile installare sul proprio smartphone o computer software di sicurezza aggiornati, in grado di bloccare chiamate e messaggi sospetti. Segnalare tempestivamente alle autorità competenti o alle associazioni dei consumatori ogni tentativo di truffa può aiutare a contrastare queste attività criminali.
L’informazione è l’arma migliore contro le truffe
La tecnologia usata dai truffatori è sempre più sofisticata, ma la nostra arma più efficace resta la consapevolezza. Essere informati, mantenere la calma e non cedere alla fretta o al panico sono i modi migliori per proteggere i nostri dati personali e i nostri risparmi.
Ricordiamoci che la prudenza è la migliore difesa contro chi vuole approfittare della nostra fiducia. Non rispondiamo a numeri sospetti, non condividiamo mai informazioni riservate e, davanti a dubbi, rivolgiamoci sempre ai canali ufficiali delle nostre banche. Così, potremo dormire sonni tranquilli senza il timore di brutte sorprese sul conto corrente.