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Ti mancano dei contributi? Addio 1.200€ al mese per sempre | Il nuovo algoritmo INPS non perdona

Pensionato
Ecco come non perdere nemmeno un anno di pensione – pexels – salernosera

Negli ultimi tempi si è tornati a parlare con una certa insistenza del nuovo sistema di calcolo delle pensioni gestito dall’INPS, che sta generando non poche preoccupazioni tra i lavoratori italiani.

La ragione è semplice, ma allo stesso tempo allarmante: con il metodo contributivo puro, chi ha avuto una carriera discontinua o ha versato contributi in modo irregolare rischia di perdere anche fino a 1.200 euro al mese sull’assegno pensionistico. Un dato che colpisce, e che molti, purtroppo, scopriranno solo troppo tardi.

Ma facciamo un passo indietro. Il sistema pensionistico italiano, com’è noto, è passato ormai da tempo al cosiddetto “metodo contributivo”, che calcola la pensione in base a quanto effettivamente si è versato nel corso della vita lavorativa. Ogni anno, i contributi accantonati vengono rivalutati e, al momento del pensionamento, si applica un coefficiente di trasformazione che tiene conto dell’età. In parole povere: più a lungo si lavora e più si versano contributi, maggiore sarà la pensione. Fin qui, tutto chiaro.

Il problema nasce per tutti quei lavoratori che, per ragioni diverse – crisi economiche, lavori precari, interruzioni di carriera, malattia, disoccupazione – non sono riusciti ad avere una contribuzione continua e stabile. Parliamo di moltissime persone: giovani che si affacciano tardi nel mondo del lavoro, donne che hanno interrotto la carriera per dedicarsi alla famiglia, freelance che lavorano a intermittenza. In tutti questi casi, si rischia che alcuni anni risultino “vuoti” ai fini contributivi o che, pur lavorando, non si sia versato abbastanza per vedersi riconosciuto l’anno ai fini pensionistici.

La ricostituzione della pensione

Secondo gli esperti, il divario tra chi ha una carriera lineare e chi no può tradursi in una differenza sull’assegno mensile che può arrivare, appunto, fino a 1.200 euro. Un’enormità. E ciò che preoccupa ancora di più è che molti lavoratori si accorgono del problema solo a ridosso della pensione, quando ormai c’è poco margine di intervento.

Fortunatamente, esistono alcune possibilità per recuperare o migliorare la propria posizione previdenziale. Una delle soluzioni è la “ricostituzione della pensione”, che consente di ricalcolare l’importo includendo contributi figurativi (per esempio, per la disoccupazione, la maternità o il servizio militare) che potrebbero essere stati trascurati.

Tuttavia, questa operazione deve essere richiesta entro certi limiti di tempo – di solito cinque anni – e spesso non è semplice da gestire senza un’adeguata assistenza.

INPS
INPS – pexels – salernosera

Nuovi servizi online

Proprio per questo motivo, l’INPS mette a disposizione strumenti come “La mia pensione futura”, un servizio online che permette di verificare in tempo reale i contributi versati e stimare l’importo dell’assegno. Uno strumento prezioso per chi vuole giocare d’anticipo e non trovarsi impreparato.

In conclusione, il messaggio è chiaro: oggi più che mai è fondamentale conoscere e monitorare la propria situazione contributiva. Informarsi, fare simulazioni e, se necessario, intervenire in tempo può fare la differenza tra una vecchiaia serena e una pensione insufficiente.