Alle pendici del Pizzo Alvano nasce il BORGO DELLA FERTILITÀ | Boom di nascite in poco tempo, il ginecologo è la star del paese

Nel cuore del Vallo di Lauro, un piccolo comune si distingue per l’abbondanza e la capacità di moltiplicarsi: ecco dove passato e futuro si incrociano in un presente sempre più rigoglioso.
Quindici è un piccolo centro della provincia di Avellino situato alle pendici del Pizzo Alvano, nel cuore del Vallo di Lauro, un’area da sempre conosciuta per la straordinaria ricchezza naturale.
Questa zona è caratterizzata dalla presenza di un terreno fertile, numerose sorgenti d’acqua e una fauna rigogliosa. Tutti elementi che rendono Quindici particolarmente ricco.
Proprio da questa vocazione agricola tipicamente legata al concetto di abbondanza nasce il soprannome di “borgo della fertilità”, che qualcuno collega oggi ad un aumento delle nascite nel paese.
In ogni caso questa ricchezza, agricola e non, accende i riflettori su un luogo che sembra conservare nel tempo un’energia antica che colpisce chiunque si trovi a passare a Quindici.
Quindici: le leggende intorno alle origini del nome di questo borgo
Il toponimo del paese ha radici antiche e complesse, come riportato dal sito del Comune di Quindici. Secondo la ricostruzione storica più accreditata, risalente all’epoca romana, il nome deriverebbe dalla presenza di quindici masserie familiari, chiamate in latino “ad quindecim praedia” o “ad quindecim villas”. Con il passare dei secoli, la dicitura fu trasformata prima in “Quindecim”, poi in “Quindecium” e infine in “Quindici”.
Altre ipotesi sono state smentite dagli storici locali, tra cui Domenico Amelia. Il paese, infatti, non risulta essere stato il quindicesimo casale del Vallo, né una stazione militare romana lungo vie consolari. Anche la leggenda dei “quindici briganti amalfitani” resta confinata nel campo delle dicerie popolari, senza fondamento storico.
Cosa vedere a Quindici, in provincia di Avellino
Il borgo che mostra le classiche caratteristiche del territorio irpino ha conosciuto il suo periodo di massimo splendore nel Rinascimento, quando furono costruite ben venti chiese. Fu feudo di famiglie influenti come gli Orsini, i Sanseverino, i Pignatelli e i Lancellotti. Prima dell’Unità d’Italia apparteneva alla provincia di Caserta, poi passò ad Avellino. Ha conservato nel tempo legami culturali ed economici sempre più forti con il vicino territorio napoletano.
Tra i luoghi d’interesse che meritano una visita si segnalano la Chiesa barocca della Madonna delle Grazie, con opere di Solimena, Diana e Cosenza. Ci sono poi il Museo di Arte Sacra, che ospita arredi, manoscritti e reperti archeologici e il Santuario di San Teodoro, meta di pellegrinaggio con vista panoramica. Da menzionare anche la Chiesa di S. Lucia in località Mulini, quella di S. Aniello e la Torre Medievale.