Paradisi fiscali, altro che Svizzera: gli italiani scelgono altre 3 mete per i loro capitali

Altro che Svizzera, la mappa dei paradisi fiscali cambia volto: ecco dove gli italiani dirigono i loro flussi finanziari oggi.
Negli ultimi anni, il concetto di paradiso fiscale ha assunto nuove sfumature.
Se un tempo bastava evocare la Svizzera per immaginare conti cifrati e riservatezza bancaria, oggi lo scenario è molto più complesso.
L’evoluzione delle normative internazionali e degli accordi bilaterali, infatti, ha spinto molti risparmiatori e investitori italiani a rivedere le proprie strategie, scegliendo mete meno scontate ma sempre allettanti in termini di vantaggi fiscali e discrezione.
Scopriamo quindi insieme quali sono, ad oggi, i nuovi paradisi fiscali preferiti dagli italiani per gestire i propri capitali.
Riservatezza e protezione patrimoniale
Un paradiso fiscale non è solo un Paese con tassazione agevolata. È soprattutto una giurisdizione capace di garantire riservatezza, protezione patrimoniale e, spesso, un basso livello di collaborazione con le autorità fiscali estere. Tuttavia, la crescente pressione internazionale ha cambiato le regole del gioco: convenzioni OCSE, direttive UE e accordi bilaterali hanno portato maggiore trasparenza.
Di conseguenza, alcune mete tradizionali, come il Lussemburgo e la stessa Svizzera, hanno allentato il proprio anonimato bancario. Questo ha costretto molti soggetti ad abbandonare le rotte note per cercare nuovi centri finanziari emergenti, capaci di offrire vantaggi simili ma sotto il radar dei controlli europei più stringenti. Ma quali sono?
Una geografia che cambia rapidamente
Secondo l’analisi dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, la geografia dei flussi di capitale in uscita dal nostro Paese sta cambiando rapidamente. Nel secondo semestre del 2024, Abu Dhabi ha registrato oltre 8 miliardi di euro movimentati da e verso banche italiane. Una crescita vertiginosa rispetto ai 2,5 miliardi del 2019. Subito dopo, si collocano Turchia e Russia, entrambe con circa 6 miliardi di euro di scambi finanziari con l’Italia.
Questi Paesi stanno attirando capitali per motivi diversi: gli Emirati Arabi per il regime fiscale vantaggioso e la discrezione, la Turchia per l’accessibilità bancaria e la flessibilità valutaria, la Russia per il contesto economico favorevole agli investitori esterni, nonostante le sanzioni occidentali. Il calo dei flussi verso la Svizzera, in parte dovuto all’accordo bilaterale con l’Italia, non significa che i capitali siano rientrati: semplicemente, si sono spostati dove il controllo è meno stringente. Un segnale che il fenomeno dei paradisi fiscali non è affatto in declino, ma solo in fase di riorganizzazione.