Nel cuore del Cilento si può visitare il paese PIÚ SELVAGGIO della Campania | Non trovi leoni ma coccodrilli forse sì

Tra boschi secolari, fiumi incontaminati e antiche leggende scorre la vita in questo paese cilentano tra i più belli della provincia di Salerno: ecco cosa fare e cosa vedere.
Immerso nella parte più aspra e incontaminata del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, il borgo di Piaggine si presenta come una delle realtà più autentiche della Campania.
Il paese cilentano è circondato da faggete vetuste e pascoli d’altura e sorge sulle pendici del Monte Cervati, la vetta più elevata della regione.
La zona è popolata da specie animali e vegetali simbolo della natura selvaggia, come lupi e aquile reali. Si può definire come una meta ideale per escursionisti, amanti della fotografia naturalistica e appassionati di outdoor.
Tra i suoi boschi si snodano sentieri che conducono a sorgenti, grotte e panorami mozzafiato. Insomma, qui è possibile un’esperienza totalmente naturale, lontano da qualsiasi forma di turismo di massa.
Le origini e la storia di Piaggine: tra dominazioni diverse e brigantaggio
Il punto in cui il fiume Calore e il fiume Bianco si uniscono, noto come Inforcativa, rappresenta uno degli scorci più suggestivi del territorio. Pozze naturali, cascate e colori che variano dal verde smeraldo all’azzurro intenso caratterizzano l’area di Piaggine. Il centro storico conserva la struttura originaria. Ci sono vicoli stretti che conducono a palazzi nobiliari, come quelli delle famiglie Vairo, Tommasini, Bruno e piazze in pietra che si affacciano sul paesaggio fluviale.
Il borgo ha radici antiche, come riportato da CilentoPark.it. Le sue origini risalgono al X secolo: Piaggine è stata dominata dai Longobardi, dai Sanseverino e dai Carafa. Grandi sono state le perdite umane durante la peste del 1656. Nel XIX secolo fu teatro del brigantaggio borbonico e di antiche leggende, come quella che avvolge la figura di Giuseppe Tardio.
Cosa vedere e cosa fare nel borgo cilentano di Piaggine
A Piaggine la spiritualità si intreccia con il territorio: il pellegrinaggio al Monte Vivo attraversa boschi e crinali fino al santuario omonimo. Tra le celebrazioni più sentite vi è la Festa della Madonna della Neve il 5 agosto, che coinvolge l’intera comunità.
La cultura del borgo si fonda anche sull’appuntamento annuale con la rievocazione storica del celebre brigante Tardio. Per i visitatori la scelta tra le attività possibili è davvero vasta: rafting sul Calore, trekking verso il Cervati, speleologia nella Grotta della Madonna, birdwatching e visite culturali al Museo della Montagna o alla Chiesa di San Pietro, testimonianza dell’arte sacra medievale.