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Dopo il premio da 200€, arriva il Bonus ‘tacchi sul pavimento’ | Fino a 10.000€ di stress certificato, la Cassazione si è espressa

Rumore tacchi sul pavimento
Rumore tacchi sul pavimento- Foto di Luis Quintero da Pexels-SalernoSera.it

La camminata con i tacchi sul pavimento di casa può portare ad un guadagno inaspettato: ecco cosa dice la Corte di Cassazione in merito a questa abitudine vietata dai regolamenti condominiali.

Il tema della quiete all’interno dei condomini è sempre di grande attualità, ma un caso clamoroso arrivato da Sesto Fiorentino riporta le regole del buon vicinato proprio al centro dell’attenzione.

La protagonista della vicenda è Lucia, una donna che soffre di ansia e che ha visto peggiorare la propria condizione a causa del suono secco e ripetuto dei tacchi alti provenienti dall’appartamento superiore.

Soprattutto durante le ore notturne sembrava impossibile riuscire a prendere sonno a causa del ripetuto rumore provocato da questo tipo di scarpe sul pavimento in gres porcellanato.

La condizione di Lucia non è rara: un sondaggio di Confedilizia ha confermato che tra le principali fonti di fastidio nei condomini figurano proprio i passi sul pavimento, specialmente se si indossano tacchi o zoccoli di legno.

Corte di Cassazione: ecco il risarcimento previsto per chi subisce i rumori molesti dei vicini

La denuncia di Lucia è stata provvidenziale: la donna è riuscita a ottenere un risarcimento di 10.000 euro per danni psicologici dovuti a stress acustico. Per affrontare il problema bisogna, però, seguire una serie di passaggi: occorre innanzitutto dimostrare che la soglia della normale tollerabilità sia stata superata. Il codice civile, all’articolo 844, stabilisce infatti che solo rumori che eccedono i limiti normali possono essere perseguiti. Si consiglia, quindi, di ricorrere a una consulenza tecnica di parte che possa certificare l’intensità dei rumori attraverso precise rilevazioni fonometriche.

Di notte, nelle abitazioni private, il limite massimo è di 40 decibel; di giorno, sale a 50. Un superamento di almeno tre decibel rispetto a questi valori può legittimare un’azione giudiziaria, come riportato da Brocardi.it. Anche il regolamento condominiale può imporre restrizioni ai rumori molesti.

Rumori molesti vicini
Rumori molesti vicini- Foto di Mike van Schoonderwalt da Pexels-SalernoSera.it

Disturbo della quiete pubblica: quando si configura la condanna per stalking

Sull’argomento è intervenuta la Corte di Cassazione precisando che, per configurare il reato di disturbo della quiete pubblica previsto dall’art. 659 del codice penale, occorre che i rumori abbiano turbato più persone e siano state presentate segnalazioni multiple (Cass. 2071/2024). Ma ci sono anche situazioni in cui basta dimostrare il malessere generato dal comportamento dei vicini.

Un recente caso ha portato alla condanna per stalking di una donna che, con rumori insistenti e atteggiamenti intimidatori, aveva reso insostenibile la vita ai vicini (Cass. 44261/2024). Il tribunale ha chiarito che qualsiasi condotta capace di generare ansia, modificare le abitudini di vita e intaccare la serenità domestica può integrare il reato di stalking.