Addio RACCOMANDATA | Poste Italiane consegna in modalità “lumaca”: scrivi una lettera oggi, la leggeranno i tuoi nipoti

È ufficiale: Poste Italiane si prepara a dire addio a uno dei suoi servizi più iconici, la raccomandata.
Sì, proprio quella busta bianca con il talloncino rosa, che per decenni ha rappresentato il modo più sicuro per spedire documenti importanti, contratti, lettere ufficiali o semplicemente per avere la certezza che qualcosa fosse “messo nero su bianco”. Un gesto che tutti abbiamo fatto almeno una volta nella vita e che oggi sembra destinato a diventare un ricordo.
La decisione, annunciata nelle scorse settimane, ha sollevato molte domande e non poche polemiche. L’amministratore delegato di Poste, Matteo Del Fante, ha spiegato che mantenere in vita il servizio di raccomandata, così com’è oggi, non è più sostenibile: i volumi di lettere si sono ridotti drasticamente e i costi di gestione non giustificano più l’operazione. In altre parole, la carta non regge il passo del digitale.
E in effetti, negli ultimi anni, sempre più comunicazioni importanti – dalle multe agli avvisi fiscali – stanno arrivando in forma elettronica. La Posta Elettronica Certificata (PEC) è ormai uno strumento familiare per professionisti e aziende, e Poste stesse offrono servizi digitali come il “Ritiro Digitale”, che consente di consultare online le raccomandate in giacenza, senza passare per l’ufficio postale.
Tutto bello, direte. Ma non per tutti. Perché se da una parte la digitalizzazione è comoda, veloce ed ecologica, dall’altra rischia di lasciare indietro una fetta importante della popolazione: anziani, persone poco avvezze alla tecnologia, chi vive in zone con connessione scarsa o assente. Sono in tanti a chiedersi: come faremo senza le vecchie raccomandate, soprattutto per documenti legali o amministrativi che hanno valore giuridico?
Un tema discusso a livello istituzionale
Il tema non è da poco, e infatti la questione è arrivata anche sul tavolo delle istituzioni. Si sta discutendo, ad esempio, della possibilità di mantenere il servizio tradizionale in alcune aree del Paese o per alcune categorie di cittadini. Allo stesso tempo, si ipotizzano percorsi di accompagnamento al digitale: corsi, supporto nei Comuni, sportelli di assistenza per facilitare il passaggio al nuovo sistema.
C’è poi un altro punto da chiarire: cosa accadrà concretamente nei prossimi mesi? Per ora si sa che il cambiamento sarà graduale e legato anche alla scadenza del contratto di concessione del servizio universale, prevista per il 2026. Ma la direzione è chiara: il futuro della posta passa per internet.
Una mossa quasi inevitabile
In un’Italia sempre più digitale, dove anche le banche e i servizi pubblici si stanno spostando online, la mossa di Poste appare quasi inevitabile. Ma perché questa transizione funzioni davvero, dovrà essere fatta con attenzione, ascoltando le esigenze di tutti – anche di chi, ancora oggi, si affida a una busta e un francobollo per restare in contatto con il mondo.
La raccomandata, insomma, non sparirà dall’oggi al domani. Ma si avvia lentamente verso la pensione, lasciando spazio a nuovi strumenti. Più veloci, certo. Ma capaci di offrire la stessa sicurezza? Questo sarà tutto da vedere.