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Addio alla revisione auto | La legge cambia e adesso non dovrai più farla: scopri come mettere fine a questo incubo

Automobile
C’è chi aggira l’obbligo della revisione auto da ben 13 anni – pexels – salernosera

Sta facendo molto discutere il caso di un automobilista napoletano è riuscito a non pagare la revisione del proprio veicolo per ben 13 anni

Questa persona sta aggirando il sistema italiano con un escamotage che, almeno formalmente, risulta perfettamente legale. L’episodio, oltre a suscitare curiosità e polemiche, solleva domande importanti sull’efficacia dei controlli e sulle lacune normative che ancora oggi permettono simili “zone grigie”.

Secondo quanto riportato dalle testate giornalistiche di tutta Italia l’uomo – che vive a Napoli – avrebbe sfruttato una procedura poco conosciuta, ma perfettamente legittima, per evitare l’obbligo della revisione periodica del veicolo. Il “trucco” consiste nel reimmatricolare il mezzo all’estero, in uno Stato dell’Unione Europea (in questo caso la Bulgaria), utilizzando un indirizzo di residenza temporanea ottenuto grazie al passaporto.

Una volta effettuata la registrazione all’estero, il veicolo viene reimportato in Italia ma con targa straniera. Così facendo, l’automobile può circolare legalmente sul territorio nazionale senza sottostare agli obblighi imposti dalla Motorizzazione Civile italiana, tra cui appunto la revisione biennale.

Il proprietario ha ammesso pubblicamente la sua strategia, spiegando di aver “fregato il sistema” con un metodo accessibile a chiunque abbia un minimo di conoscenza burocratica e un passaporto valido. E, a quanto pare, non è il solo: diverse persone starebbero ricorrendo a questo tipo di espedienti per sfuggire a multe, bollo auto e controlli più stringenti.

L’opinione pubblica è divisa in due

La questione ha diviso l’opinione pubblica. Da un lato, il comportamento dell’uomo è tecnicamente legale: le norme europee sulla libera circolazione delle persone e dei beni permettono infatti di immatricolare veicoli in un altro Stato membro, a patto che si dimostri una connessione con quel paese, anche temporanea.

Dall’altro lato, c’è chi parla apertamente di abuso e di “furbizia” ai danni del sistema. Le revisioni periodiche non sono solo un obbligo amministrativo, ma uno strumento fondamentale per garantire la sicurezza stradale. Evitare il controllo del mezzo per 13 anni significa potenzialmente mettere a rischio sé stessi e gli altri utenti della strada. Inoltre, il mancato pagamento della revisione, del bollo auto e delle eventuali sanzioni collegate comporta una perdita economica per lo Stato e, indirettamente, per tutti i cittadini.

Aula politica
Il caso del furbetto della revisione evidenzia falle nel sistema legislativo italiano – pexels – salernosera

La falla nel sistema

Il caso napoletano evidenzia una falla nel sistema normativo italiano ed europeo. Mentre in Italia i controlli sono rigidi, l’assenza di un registro centralizzato a livello europeo consente di eludere i controlli nazionali semplicemente cambiando targa e Paese di immatricolazione. Un’anomalia che, pur rispettando formalmente le regole, mina lo spirito della legge e la sua funzione sociale.

Il caso del “furbetto della revisione” non è solo una storia curiosa, ma un campanello d’allarme. Serve un aggiornamento delle normative europee, una maggiore collaborazione tra i registri nazionali dei veicoli e controlli più incisivi su chi reimmatricola all’estero con finalità elusive. Nel frattempo, il protagonista della vicenda continua a guidare – targa straniera e revisione sospesa – con la consapevolezza di aver trovato una scappatoia perfettamente legale. Ma eticamente discutibile.