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Campania: l’export è sempre più in crescita, ma si fa fatica a reperire il personale qualificato

Formaggi campani (Pixabay) - salernosera.it (1)
Formaggi campani (Pixabay) – salernosera.it

La Campania sta vivendo uno sviluppo economico importante, ma al contempo è notevole la difficoltà nel trovare il personale adeguato

I prodotti tipici campani fanno gola in tutto il mondo. Chiaramente non si tratta di novità, ma di un qualcosa che nel tempo si è consolidato sempre di più, così come si evince dai numeri inerenti le esportazioni.

Infatti nel 2024 è stato registrato un incremento del 2,7% così come si evince dall’ultimo bollettino economico di Studi e Ricerche per il Mezzogiorno riportato da binews.it. Le eccellenze campane oltre a piacere stanno anche contribuendo a rafforzare l’immagine della nostra regione all’estero.

Fino a qui tutto molto bene. Purtroppo però come spesso capita c’è l’altra faccia della medaglia con cui dover fare i conti. In questo caso non si tratta di nulla di buono. Anzi, è un qualcosa che rischia di vanificare il tutto in maniera drastica.

Andiamo quindi ad analizzare questo fenomeno che può rappresentare un problema non semplice da eliminare e che come si evince dalle dichiarazioni di chi è all’interno del settore è davvero molto triste.

Un ostacolo verso il proseguimento dell’ascesa

In pratica, nonostante il grande successo del Made in Campania, sta diventando sempre più difficile reclutare del personale che sia in grado di espletare alcuni lavori determinanti ai fini dei processi di lavorazione.

Tra i settori che stanno risentendo di più in tal senso spicca l’agroalimentare, che notoriamente è uno dei pilastri dell’economia della nostra regione. Le aziende che si ritrovano a fronteggiare la carenza di manodopera specializzata sono in aumento. Oltre ad un grande danno rappresenta anche un enorme paradosso.

Salame napoletano (Pixabay) - salernosera.it
Salame napoletano (Pixabay) – salernosera.it

Le difficoltà raccontate dai commercianti del settore agroalimentare

A testimoniare questo trend per niente confortante ci ha pensato Marco Pezzella, amministratore di Sapori del Sannio, una delle realtà più rinomate di salumi tipi campani. Ha citato un esempio che per quanto possa sembrare in apparenza banale, spiega al meglio ciò che sta vivendo la Campania sotto questo punto di vista.

Ecco la sua testimonianza nello specifico: “Il salame Napoli e il salame Mugnano devono essere insaccati e legati a mano. Per farlo, utilizziamo pulmini per trasportare donne specializzate da Mugnano del Cardinale. Oggi queste figure professionali sono sempre più rare e anziane. È un mestiere in via di estinzione. Questo ci sta creando enormi difficoltà nella produzione”. Questo è solo uno dei tanti casi. Ce ne sono tanti altri nei settori affini. Purtroppo fin quando non si fa qualcosa di concreto come un maggior raccordo tra scuole e aziende o la semplificazione delle procedure di assunzione è difficile auspicare un cambio di rotta.