Truffa della SUORA, ora davvero si è toccato il fondo | I cittadini di questo Comune sono allarmati, bisogna sventarla con questa frase
In un comune della provincia di Caserta la procura sta indagando su un giro losco che vede coinvolta anche una suora. Ecco di cosa si tratta
Le azioni truffaldine sono sempre dietro l’angolo anche quando meno ce lo si aspetta. Chiaramente fin quando non arriva l’ufficialità il condizionale e d’obbligo. Se però ciò su cui sta indagando la procura di Santa Maria Capua Vetere si rivelasse veritiero sarebbe a dir poco clamoroso.
La magistratura del comune campano sta infatti portando avanti un’investigazione sugli affidamenti da parte del Comune di Caserta di progetti da sei milioni di euro per l’integrazione di migranti nella città capoluogo.
Come riportato da anteprima24.it tra gli indagati ci sono 17 persone. Tra queste un ex dipendente comunale ora in pensione e una suora piuttosto nota nel circondario. Quest’ultima è anche la rappresentate della congregazione delle Suore Orsoline.
Insieme a loro sono coinvolti anche diversi esponenti del centro sociale Ex Canapificio di Caserta, una delle più grandi associazioni del territorio che si prodigano nell’assistenza e integrazione dei migranti tramite sportelli dedicati e progetti inerenti l’inclusione.
La ricostruzione dei fatti accaduti
Prima di andare a comprendere la dinamica degli eventi è bene soffermarsi sui reati contestati che sono di vario genere. Nello specifico truffa, estorsione e falso. A far partire le indagini è stata la denuncia di un ex operatore ghanese del Centro sociale Ex Canapificio che era stato licenziato perché sorpreso nell’appropriarsi di oggetti di proprietà dell’associazione, poi denunciato dai responsabili del centro.
Siamo per la precisione negli anni 2017/2018 quando l’ex Canapificio e la comunità gestita dalla suora si occupavano del sistema di protezione e assistenza delle persone che richiedevano asilo, lo Sprar, oggi noto come Siproimi. Trattasi dei progetti volti all’integrazione di migranti come corsi di lingua e di formazione con lo scopo di inserirli nel mondo del lavoro.
La nota di difesa degli esponenti del centro sociale
Secondo la procura le due associazioni avrebbero presentato una documentazione falsa per riuscire ad ottenere il finanziamento per il triennio 2017/2019 aggiudicandosi così i progetti da 6 milioni di euro. Decisivo per gli inquirenti il supporto dell’ex dipendente comunale, che ora è andato in pensione.
Dal Centro Sociale nel frattempo hanno emesso una nota con cui si dichiarano estranei ai fatti addebitati: “Siamo sereni e consapevoli di poter dimostrare la nostra estraneità alle ipotesi di reato infamanti che ci vengono addebitate. Siamo orgogliosi della comunità solidale e inclusiva a cui abbiamo avuto l’onore di contribuire. Un impegno a cui non verremo meno. Continueremo a dedicarci ad esso con la nostra passione, col nostro solito slancio, con la nostra caparbietà”.